2013
Toro, Ventura: “A Parma per avvicinarci ancora di più alla salvezza”
Domani il Torino giocherà l’ennesima sfida salvezza nel giro di due mesi. Il Parma è reduce da tre sconfitte consecutive e ha conquistato soltanto tre punti nelle ultime otto gare. Dall’altra parte i granata devono sfatare il tabù trasferta che li vede ko da due gare di seguito (Udine e Cagliari) e cercare di vendicare la sconfitta dell’andata subito per mano dei ducali: “La partita dell’andata me la ricordo soprattutto per quell’episodio che cambiò la sfida (espulsione di Sansone per simulazione, ndr) – ha detto Giampiero Ventura durante la conferenza stampa di vigilia -. Di fatto siamo a pari merito con una squadra che aveva ambizioni maggiori rispetto alle nostre che siamo una neopromossa. E’ una sfida importante come lo sono le prossime. Il Toro cambierà nel momento in cui avremo raggiunto i 40 punti per la salvezza. Fino a quel momento ogni partita sarà una finale e sarà fondamentale”.
NO CERCI – Domani mancherà Cerci: “In realtà abbiamo tre giocatori squalificati che valgono il 50% del nostro potenziale offensivo. Le tre giornate confermate a Diop, su cui bisognerebbe aprire un discorso a parte per riflettere, lo aiuteranno a recuperare dall’infortunio. Ma le squalifiche di Meggiorini e Cerci daranno la possibilità ad altri due miei giocatori di dimostrare quanto siano importanti per questo Toro. Menga? Ogni giorno migliora sempre di più: sta capendo il nostro calcio e il campionato italiano. Però è giovane e quindi non bisogna avere premura visto che in una piazza come questa rischi di bruciarlo. Siamo riusciti a mettere in discussione Ogbonna figuriamoci… Menga troverà il suo spazio da qui alla fine”.
NAZIONALE – A sinistra quasi certamente ci sarà Santana, tornato in forma dopo la contusione tibio-tarsica che gli ha impedito di giocare per due settimane: “Sia Santana che Stevanovic sono in grado di affrontare la sfida di Parma nel modo in cui intendo io. Uno gioca, l’altro subentrerà. Steva lo stiamo recuperando ed è stato convocato pure in Nazionale. Spero che funga da incentivo per capire che la strada che sta prendendo ora è quella giusta, non quella che aveva intrapreso prima. Il fatto che molti dei miei ragazzi abbiano ritrovato la Nazionale significa che stiamo facendo un ottimo lavoro e stiamo crescendo. E’ la miglior gratificazione per il loro lavoro che stanno facendo”.
OGBONNA – Il Toro non vince allo stadio Tardini da tempo immemore. Magari è ora di sfatare il tabù ducale: “Meglio che Parma sia un tabù per noi: c’è la speranza di invertire la tendenza. In questa stagione abbiamo sfatato tanti tabù. Speriamo di infrangere pure questo. La cosa importane è andare a prenderci quei 7 o 8 punti che mancano per la salvezza per iniziare a programmare la prossima stagione”. Intanto domani tornerà Ogbonna dopo la squalifica: “Torna non perché Rodrigueznon abbia fatto bene, anzi: ogni volta che è stato chiamato in causa è stato il migliore in campo e forse è il migliore acquisto che abbiamo fatto in questo senso. Ma Angelo è un capitale importante del Toro, sia che rimanga sia che venga ceduto. Oltretutto ha un valore tecnico-morale importante in questa squadra. Far convivere tutti due insieme? Nel calcio si può fare tutto, ma far giocare un mancino a destra sarebbe ingenuo perché lo metterei in difficoltà senza motivo. Quindi si cerca di fare le cose con logica e raziocinio”.
FUTURO E SCRIVANIE – Ventura ha già pensato al futuro? Pronto a rinnovare il contratto o si vede già dietro una scrivania? “Vale per tutti, per qualsiasi tipo di lavoro: quando finisce una cosa lo senti dentro e ti butti da in un’altra avventura con lo stesso identico entusiasmo. Fino a che sentirò questo entusiasmo che mi viene da dentro e vedo che c’è un progetto serio andrò avanti. Ho bisogno di adrenalina per sentirmi importante e parte integrante di qualcosa. Questo lavoro continua a piacermi e lo faccio molto volentieri senza che mi pesi. Io mastico calcio da quando avevo cinque anni e avevo già il pallone sotto il braccio. Questo mondo fa parte della mia vita e ho ancora tanta voglia di cambiare, di provare nuove emozioni. Non mi vedo ancora dietro una scrivania. E’ un problema che non mi sono mai posto.
GIOVENTU’ – “Donadoni? E’ molto più giovane di me. Lui ha iniziato quando io ero già molto avanti con la carriera. Ha un pedigree importantissimo: da giocatore ha scritto la storia del calcio, ha fatto parte di una squadra che ha stupito il Mondo con Sacchi. Da allenatore, in maniera forse troppo precoce, ha allenato la Nazionale e quindi tanto di cappello. Gli auguro una carriera fulgida, sulla stessa falsa riga con cui è iniziata. Lui è una persona molto seria”.