2018
Toro, i tre motivi per cui l’Europa League è ancora possibile
I granata sono attesi da un mini ciclo di partite che dirà molto, quasi tutto, sulle loro effettive speranze di qualificazione in Europa League
All’andata, Milan-Toro 0-0 era stato il capolinea di Montella. Anche Toro-Milan di questa sera segnerà una svolta. O addirittura due. Mazzarri e Gattuso non rischiano certo il posto, ma sono giunti a un bivio inevitabile: se non vincono, sono tagliati fuori con un mese di anticipo dagli obiettivi di inizio stagione. Cinque punti separano i granata dall’ultimo slot disponibile dalla zona Europa League, 18 punti a disposizione e un calendario non favorevole alla squadra di Mazzarri che, nel giro di tre settimane, affronteranno Milan, Lazio, Atalanta e Napoli. Servirebbe un mezzo miracolo. La sciagurata prima parte di stagione sotto la guida di Mihajlovic ha compromesso quasi irrimediabilmente i sogni europei dei granata che ora puntano a concludere dignitosamente la stagione, provando a togliersi anche qualche soddisfazione come contro l’Inter. Ma ci sono ancora tre motivi per i quali il Torino può continuare a sognare l’Europa League.
- Mazzarri. L’ex Napoli e Inter è un professionista delle rimonte. Dal 5 gennaio, giorno del suo insediamento sulla panchina granata, ha raccolto 21 punti in 13 giornate che senza il periodo di flessione tra febbraio e marzo, avrebbero garantito una situazione di classifica più tranquilla. Il tecnico toscano sa che in caso di qualificazione nella coppa meno nobile, rimarrebbe nella storia di questa società, centrando un obiettivo che fino a pochi mesi fa sembrava assolutamente sfumato.
- L’organico. Al netto degli infortuni che stanno condizionando i risultati del Toro, i granata hanno sicuramente la rosa più forte tra tutte quelle in lizza per l’Europa League. Atalanta, Fiorentina e Sampdoria hanno vistose lacune in alcuni reparti. Sirigu ha già ampiamente dimostrato di essere una certezza tra i pali. Il terzetto, difensivo è ben assimilato. Moretti e Burdisso hanno la giusta esperienza per guidare il reparto completato dal talentuoso N’Koulou. I due esterni Ansaldi e De Silvestri macinano chilometri ogni partita rappresentando una vera spina nel fianco per i terzini avversari. In mezzo Obi, Baselli, Acquah, Rincon hanno sempre, chi più chi meno, offerto buone prestazioni mettendo sempre in difficoltà Mazzarri nelle scelte. L’attacco è forse uno dei più importanti alle spalle delle big. Belotti, Iago Falque e Ljajic sono un tridente di tutto rispetto, con Niang ed Edera pronti ad entrare, portando vivacità ed imprevedibilità nella manovra.
- Belotti. Il bomber granata quest’anno ha deluso. É innegabile. Ma ha la possibilità, in questo finale di stagione, di riscattarsi e dimostrare di essere un vero capitano, provando a trascinando i suoi compagni in Europa. Senza contare che, le altre rivali, non possono contare su un vero e proprio bomber d’area di rigore. Petagna e Cornelius tra problemi di modulo e fisici non sono state delle risorse affidabili per Gasperini. Quagliarella e Zapata hanno tirato la carretta fino a questo punto e ora stanno, inevitabilmente, tirando il fiato. L’unico vero competitor di Belotti è Simeone che, come il Gallo, vive di periodi di grande brillantezza e di crisi.