2018

Tornano i procuratori, si chiudono le gabbie: Juventus e Inter esultano

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Via alla controriforma: torna l’albo dei procuratori e l’esame di accesso alla professione, via parassiti e parenti, esultano anche i club. Quando l’assenza di casta può fare più danni della casta stessa

Nel Paese del corporativismo per eccellenza, ci sono anche dei casi in cui peggio della casta c’è il non averla. A partire dall’aprile del 2015, in Italia come nel resto del mondo, non esiste infatti più la categoria protetta (ma protetta da chi?) dei procuratori: una specie per nulla in via di estinzione, su cui fiumi di inchiostro sono stati spesi negli ultimi mesi. La verità è che, per volontà del sommo Sepp Blatter, circa tre anni fa, gli agenti FIFA, così come eravamo abituati a conoscerli, furono cancellati: nessuna casta, nessun ordine professionale serio, ma soprattutto nessun esame di abilitazione alla professione. Zero studio, zero sbatti, zero perdite di tempo. I procuratori, cancellati (ma in verità mai davvero cancellati) con un colpo di spugna, sono diventati da allora figure vagamente pirandelliane: procuratore è chi decide di esserlo, ovvero chi semplicemente sceglie di iscriversi ad un apposito albo federale.

Per farlo ad oggi non occorrono specifici meriti naturalmente: basta pagare le imposte di bollo, presentare una certificazione dei carichi pendenti ed assicurarsi di essere almeno incensurati (almeno quello sì, dai). Grazie alla riforma Blatter del 2015, duramente contestata dai procuratori già all’epoca, si sono aperte insomma le gabbie: decine, anzi centinaia di improvvisati aspiranti agenti, hanno deciso di tentare la fortuna come ai tempi delle miniere del Klondike. La corsa all’oro è diventata, nella sua accezione calcistica moderna (e pure un po’ pezzente) la corsa al giovane su cui fare fortuna e poco contano le conoscenze manageriali o gli agganci giusti, basta una firma qui ed una lì. Il risultato? Un impoverimento generale del sistema, con picchi di ignoranza e talvolta comicità che avrebbero indotto persino il più sgamato dei direttori sportivi alla mutilazione genitale pur di non assistervi.

Torna l’albo dei procuratori: si richiudono le gabbie

Non poteva durare a lungo ed infatti, grazie ad un semplice articolo introdotto nell’ultima Legge di Bilancio, a partire da quest’anno sarà re-introdotto l’albo dei procuratori. Per diventare agente o intermediario bisognerà ancora possedere uno dei requisiti di cui sopra (con l’aggiunta di un diploma di istruzione superiore o equivalente, e già questo basterebbe per tagliare le gambe a un buon 20% dei procuratori attualmente in circolazione) ma, sopra ogni cosa, bisognerà nuovamente svolgere l’esame di abilitazione alla professione consistente in domande riguardanti i regolamenti federali ed internazionali attualmente in vigore. Nulla di strano, direte voi: per fare il medico, devi studiare il corpo umano. Per fare l’avvocato, devi studiare le leggi. Per fare il giornalista, non devi saper fare nulla di particolare. Il trucco era semplicemente rendersene conto.

Faremo a meno dunque di raschiare il fondo del barattolo dell’umanità con figure di dubbia utilità di cui negli ultimi tre anni l’azienda calcio si è circondata. Questo però sarà il meno. Di fianco agli sfigati del “vorrei ma non posso” che hanno provato a diventare procuratori senza avere nemmeno le capacità mentali per poter sollevare un bicchiere d’acqua e di cui praticamente mai nessuno, se non gli addetti ai lavori, si è mai accorto, potremmo anche fare a meno dei “parenti di”: da Mariano Dybala (fratello di Paulo) a Nicolas Higuain (fratello di Gonzalo), passando per l’onnipresente Wanda Nara (moglie di Mauro Icardi, leggi anche: WANDA NARA E L’ULTIMO “INDIZIO” SUL MERCATO – FOTO). A meno che infatti questi ultimi non decidano di prendere in mano un libro (in molti casi per la prima volta nella loro vita) e studiare, non ci sarà modo di rappresentare i propri cari. Speriamo solo che l’esame di accesso all’albo per loro sia uguale a quello di tutti gli altri. Anzi no: speriamo che sia un po’ più difficile.

Addio alla parentopoli degli agenti, chi resta dentro però?

Esultano Juventus e Inter, ma un po’ tutti i club interessati (la maggior parte): avere a che fare con un fratello, un padre, o nel peggiore dei casi una moglie, era impresa che metteva a dura prova la pazienza di direttori generali e sportivi. Un po’ come parlare di economia con uno che a malapena sa contare. Ridicole erano poi le scene di professionisti del settore (perché qualcuno ce n’è ancora) costretti ad accompagnarsi, pur di compiacere un giocatore, in cene e riunioni con soggetti che per sobrietà e stile parevano appena usciti dal Cirque du Soleil o con personaggi che appena un’ora prima avevano confermato le proprie abilità psicoattitudinali aggiornando il proprio account Instagram con foto di culi e tette in bella vista accompagnate dagli hasthtag #riunione #calciomercato #durolavoro. Di casto nella casta non c’era rimasto nulla.

Adesso ci resta solo un dubbio: riabilitato l’esame, rivalutata la professione e resuscitato l’albo, che ne sarà di quelli che sono già dentro? Di loro, esattamente, cosa ne faremo? Il riferimento non è solo a quelli entrati a far parte del circolo negli ultimi tre anni, ma pure a quelli che c’erano da ben prima ma è come se non ci fossero mai stati. Non che chi c’era fosse tanto meglio di chi non ci sarà più, ma in questo caso si tratta chiaramente di scegliere solo il male minore. Perché ora che le gabbie chiudono, il rischio serio è quello di ritrovarci nani, ballerine e scimmie in giro senza la museruola.

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