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Accadde oggi, il Torino batte lo Zenit ma saluta l’Europa League: il racconto

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Torino-Zenit 1-0, nove anni fa i granata di Ventura superavano lo Zenit San Pietroburgo ma venivano eliminati dall’Europa League

Era il 19 marzo del 2015 e un insolitamente freddo “siberano” di nove anni or sono si consumava il ritorno degli ottavi di finale di Europa League Torino-Zenit San Pietroburgo. Vale a dire, in casa granata, la vetta calcistica più alta mai raggiunta dal club piemontese nella sua storia recente, de facto, nell’era Cairo

All’Olimpico Grande Torino (all’epoca Stadio Olimpico), come spiegato fa visita la corazzata russa allenata da André Villas-Boas. Il tecnico portoghese conta nel suo arsenale talenti del calibro di Axel Witsel, Ezequiel Garay e naturalmente, la punta di diamante del club: Givanildo Vieira de Souza, meglio noto con lo pseudonimo di Hulk (soprannome legato alla sovrumana prestanza fisica del giocatore classe ‘86).  

I sabaudi dal canto loro, possono contare su una squadra giovane, tutto sommato novella al campo europeo – per gran parte dei calciatori si tratta della prima esperienza nel panorama continentale -, ma ben rodata e soprattutto, disposta a ribaltare ogni pronostico. Matteo Darmian, Alessandro Gazzi, Kamil Glik sono senz’ombra di dubbio gli uomini più rappresentativi della compagnia allenata da Giampiero Ventura. Menzione a parte spetta a Fabio Quagliarella, il suo esperto dei suoi: leader nel gruppo spogliatoio e  trascinatore in campo.

In tutta onestà, il match si rivela arido di emozioni e non regala azioni da gol a iosa. Il più quotato Zenit pare maggiormente preoccupato a difendere il risultato maturato all’andata che nel cercare di recare ulteriori dolori ai sabaudi. In Russia difatti, due settimane prima Hulk e compagni hanno superato 2-0 Ventura e i suoi. Un parziale pesante, quasi impossibile da ribaltare, ma che non fiacca le speranze dei granata, memori anche della cavalcata vincente messa a segno nei sedicesimi della competizione in casa de l’Atletico Bilbao

Davanti ai 28’000 dell’Olimpico quindi, il Torino lotta, freme e combatte. Si danna in ogni modo nel tentativo di perforare il reticolo di maglie biancoazzurre ben posizionate sul rettangolo verde di gioco dal Villas-Boas. La conclusione di poco a lato di Farnerud prima, la deviazione parata di Maxi Lopez dopo: la frontiera russa accusa, ma non si scompone.

Nel secondo tempo Ventura escogita una formazione più offensiva, ma il risultato non cambia. Gli sforzi granata vengono premiati solo al 90’, quando Capitan Glik sfoggia il marchio della casa: il colpo di testa. L’incornata perfetta del centrale polacco ridà vigore alle speranze granata, ma è ormai troppo tardi. 

Nei sei minuti di recupero a disposizione saltano schemi e strategie in campo. La tanto anelata occasione si materializza sui piedi di Maxi Lopez che al termine di batti e ribatti palpitante cerca la via della rete, ma incontra la pronta detonazione – quasi – sulla linea, di Lombaerts

Triplice fischio: Torino-Zenit San Pietroburgo termina 1-0, i russi escono sconfitti dalla trasferta italiana ma strappano ugualmente il pass verso i quarti di Europa League, dove verranno poi eliminati dal Siviglia

Dall’altro lato i granata chiudono con una vittoria il proprio ritorno in Europa a vent’anni di distanza dall’ultima apparizione. Al di là del lapalissiano squilibrio tecnico-tattico pagano forse l’inesperienza su questo tipo di palcoscenico, con i consequenziali passi falsi genitrici del parziale maturato all’andata. Vantano però la consapevolezza di aver battuto una delle compagini meglio attrezzate nel continente, l’aver regalato ricordi indelebili alla piazza sabauda e palesano all’italia intera una preziosa lezione di calcio: campagne acquisti faraoniche e contratti multimilionari non rappresentano una prerogativa indispensabile per muove piccoli grandi passi anche al di là dei propri confini.  

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