2013

Torino, Ventura: «Diamo continuità ai risultati, in Europa…»

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TORINO VENTURA – Giampiero Ventura può finalmente celebrare la fine di un anno positivo per il suo Torino, che a cavallo dell’ultima stagione e dell’inizio di quella nuova ha ottenuto una salvezza tranquilla e un settimo posto, con cui si accinge a concludere il girone d’andata. Il tecnico della formazione granata, intervistato per l’edizione odierna di Tuttosport, ha fatto capire che il Torino non deve perdere contatto dalla realtà, se intende proseguire il suo campionato di vertice.

SIAMO CONTINUI – «Abbiamo dato continuità sia ai risultati portati a casa – ha esordito Ventura, sia alle prestazioni che abbiamo saputo offrire in campo. Bello perché alleno un gruppo di bravi ragazzi assolutamente positivo e disponibile. Spero che tutto questa serva e contribuisca a ridare tutto ciò che mancava al mondo granata. È ovvio che stia provando molta gioia. Soprattutto se penso da dove siamo partiti con il giorno della mia presentazione di tre anni fa con la contestazione della tifoseria per la delusione delle ultime prestazioni e il campionato cadetto da rigiocare. Certo che 19 mila persone per la sfida con il Chievo è un dato rispettabile. Ma la cosa più importante è che non adesso ma alla fine di questo campionato la gente si senta di nuovo e sempre di più vicina alla squadra da giocatori gratificati e stimolati sempre di più da questo affetto, da questo feeling».

IL FUTURO – Ventura ha fatto capire di essere intrigato, al solo pensiero di ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro: «Mi intriga perché prima dipendevamo da tante cose ora è bello poter dire che possiamo decidere del nostro futuro. Quando si era in B non si poteva scegliere nulla visto che non c’era manco la sicurezza di giocare in serie A la stagione successiva. Oggi noi siamo in grado, se si prosegue così, con la mentalità nuova, un comportamento nuovo, un’immagine nuova, una consapevolezza nuova di tutto l’ambiente e non solo della squadra di poter davvero svoltare».

L’EUROPA – Nel proseguio dell’intervista, Ventura si è detto dubbioso sulle chances europee del Torino: «Questo non lo so. Io spero che non sia uno stimolo in più ma bensì un qualcosa che dovrà crescere giorno dopo giorno dentro di noi. Il problema di fondo non è dove arriveremo, ma quanto stiamo seminando affinché tutto ciò che è nato prosegua nella sua crescita. Bisognerà quindi fare attenzione alle folate… Occorre stare al riparo dagli eccessi, dagli sbalzi di umore di cui a volte soffre l’ambiente granata che tende a deprimersi o esaltarsi in base a una sconfitta oppure una vittoria in più rispetto al previsto. Del resto, si sa che per ricostruire non si può prescindere dalla prudenza. Anche con il Chievo, sullo 0-1, ho sentito qualche mugugno ma mi rendo conto che ci sta, l’importante è avere la determinazione e il carattere per tirare dritto. Si può fare attraverso la consapevolezza di ciò che hai imparato e dimostrato di saper fare sul campo». 

LA MENTALITA’ – Ventura parla spiegando la mentalità che serve al Torino per finire bene la stagione: «Quando io dico che bisogna ripartire dalle fondamenta intendo significare proprio questo concetto. Quello per cui le frasi “sono orgoglioso di vestire la maglia granata”, oppure “vorrei vestire la maglia granata” siano pensieri ricorrenti e finalmente di nuovo di moda. Significherebbe essere tornati protagonisti davvero. Ora sarebbe facile dire che Alessio Cerci in effetti può giocare anche da punta, che Alexander Farnerud è valido per il nostro campionato, che la sinistra della classifica è possibile. Ma non mi interessa nemmeno un po’. Io vorrei soltanto ribadire un concetto basilare: stiamo lavorando per fare e costruire qualcosa di importante per Torino. Se qualcuno prova a farmi dire il contrario sbaglia e non rispetta il mio pensiero che è chiarissimo. Quando sono arrivato non c’era la casa e non c’erano neppure le fondamenta. Ora invece abbiamo gettato le fondamenta per una nuova casa per il Torino».

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