2013

Torino, Ventura: “A Udine gara difficile. Stiamo programmando il futuro”

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Giampiero Ventura e il Torino stanno per partire alla volta di Udine in treno senza Bianchi ma con un Ogbonna in più. Il capitano non ha smaltito la botta alla tibia rimediata in allenamento e resterà a casa a leccarsi le ferite, sperando di tornare a disposizione da martedì in poi, mentre il difensore partirà con il gruppo ma si accomoderà in panchina: “Dal primo minuto giocherà Rodriguez perché se l’è guadagnato sul campo e non si regala niente a nessuno – ha detto il tecnico granata durante la conferenza stampa di vigilia -. Quando Ogbonna sarà pronto ci darà una grandissima mano. Un Ogbonna che oltretutto sta facendo il tifo per il compagno e che non vede l’ora di riprendersi il posto a suon di prestazioni. Questo è lo spirito del nostro gruppo. A dir la verità avrei preferito che Angelo facesse ancora una partita, ma siccome non c’è la possibilità di farla (la Primavera è impegnata al torneo di Viareggio, ndr) lo portiamo con noi”.

OLIMPICOAll’andata il Torino fece una grande partita, colpì tre legni ma non riuscì a portare  casa il risultato. Finì 0-0 ma sia i friulani che i granata erano due squadre diverse: “E’ cambiato molto da allora. Tanto per cominciare domani dovrebbero giocare Muriel e Di Natale, che rappresentano il 95% del potenziale offensivo dell’Udinese. Per noi, invece, sono passati tanti mesi in cui siamo cresciuti. Abbiamo acquisito una consapevolezza maggiore che ci porta a cercare il risultato attraverso il nostro gioco e non a quello degli avversari. L’Udinese ha ripreso a fare risultati e sta crescendo sempre più. Domani è una verifica importante contro una squadra che in casa ti aggredisce e non ti fa giocare con una rosa di altissimo livello. Come sempre per me non è il risultato che conta, ma è più importante la prestazione”.

AMBIZIONI – Il Torino è a +8 sulla zona retrocessione ed è in una posizione di classifica tranquilla. Il recupero di Ogbonna aumenta le ambizioni di questa squadra? “Il suo recupero è innanzitutto il recupero di un capitale della società, di uno dei giocatori più importanti del Torino, del vice-capitano e di un difensore che è quasi titolare della Nazionale. L’ho rivisito di nuovo sereno e sorridente e questo mi fa molto piacere. Speriamo abbia definitivamente risolto i suoi problemi e che possa dare ancor più di prima aumentando il suo valore sul mercato per far felici le casse della società. Però non alza le ambizioni della squadra. Sarebbe controproducente. Noi stiamo facendo un discorso di crescita di gruppo e di squadra, non di singoli”.

4-2-4 o 4-3-3 – Il tecnico ha un solo dubbio per domani: giocare con il classico 4-2-4 da lui tanto amato oppure aggiungere Vives a centrocampo, togliere Santana e far giocare la squadra con un 4-3-3 più equilibrato: “Vives sta bene, ma abbiamo lavorato tanto in passato perché non avevamo giocatori come Santana che potessero fare entrambe le fasi, sia quella offensiva che difensiva. Ecco perché abbiamo lavorato su Vives e Stevanovic affinchè potessero fare la stessa cosa. Ora tutti e tre sono in grado di fare quel lavoro in caso di necessità. In settimana durante gli allenamenti cerchiamo di educare, passatemi il termine, a fare più ruoli e a crescere calcisticamente parlando”. In pratica non è dato sapere in che modo giochrà domani il Toro.

GRANDE EX – Domani per Barreto sarà una gara molto particolare visto che incrocerà quella che fino a un mese e mezzo fa era la sua ex squadra e incrocerà un tecnico che non gli ha dato fiducia a differenza di ventura: “Se gioca come all’andata siamo rovinati (ride, ndr). A parte le battute: è stato diversi anni a Udine ed è ovvio che ci tenga. Ha voglia di spaccare il mondo, ma vorrei che non bruciasse troppe energie pensando alla sua ex squadra, altrimenti arriva scarico in campo. Jonathas? Ha una voglia matta di imparare. Sono molto contento dei nuovi: sono umili e si mettono a completa disposizione”.

GIOVANI – Il mercato di gennaio, e non solo, ci ha regalato un Torino che sta invertendo la rotta in Italia: sta investendo sempre più sui giovani. Ventura è soddisfatto: “Sono contento perché credo sia l’unica strada visto da dove è partito questo Toro, ovvero da una situazione non facile. Oggi, a parte Gillet, sperando non succeda nulla sul discorso calcioscommesse, in difesa abbiamo tutti giocatori tra i 22 e i 24 anni. Ma anche nel resto della rosa. Questa è una squadra giovane: per almeno sei anni avremo una squadra già fatta. D’altronde questi che abbiamo qui sono tutti giocatori del Torino: basta mettere una firma e il gioco è fatto. Programmare il futuro è la strada giusta per qualsiasi squadra, ma c’è ancora molto da fare”.

PROGRAMMAZIONE – Una programmazione del futuro tanto cara da sempre all’Udinese, che Ventura conosce bene, essendo un ex:  “Al di là del clima non proprio eccezionale, a livello societario ho dei ricordi eccezionali. La famiglia Pozzo è incredibile e i rapporti tra tutti i componenti della società, dal primo all’ultimo, sono di squisitezza e delicatezza. C’è collaborazione totale tra tutti gli uomini presenti in società. L’Udinese ha capito prima degli altri che la parola programmazione è utilissima. Oggi ci sono tantissimi collaboratori in tutti i settori ed hanno una struttura eccezionale. Quanti giocatori sono usciti dall’Udinese e sono diventati grandi facendogli chiudere la stagione in attivo? Credo che il Torino, con la storia che ha, debba seguire l’esempio friulano. Bisogna avere il coraggio di far giocare i giovani e farli crescere. Per esempio: spero che Ogbonna rimanga per crescere ancora. Ma se domani arriva una squadra di Champions e offre denaro importante al Toro, lui ha il dovere e il diritto di andare a giocare, ma allo stesso tempo parte di denaro dev’essere reinvestita su un futuro Ogbonna. Altrimenti si butta via tutto”.

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