2014
Torino, Silenzi: «Si deve puntare all’Europa League»
L’ex attaccante granata parla anche di Cerci e Immobile
TORINO SILENZI – Nato il 10 febbraio del 1966, Andrea Silenzi, nonostante fosse di Roma, è entrato nel cuore dei tifosi del Torino. Tre anni vissuti intensamente, dal 1992 al 1995, con 82 presenze condite da 24 reti e un’altra stagione, questa volta non da protagonista, nel 1999/2000 dove Silenzi scese in campo 11 volte segnando solo 2 reti. Una Coppa Italia vinta per “Pennellone”, soprannome nato in virtù della sua altezza (191cm). Dicevamo di una vita quasi interamente dedicata alla formazione granata, dunque è inevitabile pensare alla sua ex squadra che ancora segue con piacere.
«SI DEVE PUNTARE ALL’EUROPA» – L’ex calciatore, ritiratosi nel 2001, a “Tuttosport” ha le idee chiare sugli obiettivi dell’attuale Torino e, a chi gli domanda se la formazione di Ventura può competere per un piazzamento europeo, chiosa: «Io credo di sì, la strada è iniziata nel modo giusto e bisogna proseguire in questo cammino. Del resto qualche giocatore di qualità c’è, altri sono cresciuti in maniera esponenziale. Finalmente il Toro sta nelle posizioni che merita per il blasone e la storia. Era anormale prima vedere i granata coinvolti nella lotta per la salvezza. Ora invece compete di nuovo per ciò che gli spetta, ovvero obiettivi prestigiosi come giocare in Europa League».
SU IMMOBILE E CERCI – «Sono due attaccanti completamente diversi tra loro –dice Silenzi. Ciro è più punta e un po’ mi rivedo in lui. Alessio è più bravo quando ha spazio e cerca l’uno contro uno. Direi che si amalgamano bene e rappresentano il valore aggiunto nel Torino. Cerci un po’ ricorda Lentini, ma se Gigi non avesse avuto l’incidente automobilistico sarebbe entrato di prepotenza nella storia del calcio giocando per vent’anni ad altissimo livello, alla Maldini. Cerci deve ancora dimostrare di essere il miglior Lentini, offrendo continuità ad alto livello».
«FATE RIVIVERE i BRIVIDI EUROPEI AL TIFO» – Infine, Silenzi si augura una qualificazione all’Europa League anche per far rivivere delle sensazioni forti ai tifosi, ma non solo. «Mi sento di dire che per loro significherebbe provare sensazioni completamente diverse da quelle del campionato. E’ una vetrina particolare, completa il tuo bagaglio d’esperienza con ricordi che poi ti porterai sempre dietro».