2018

Torino, Petrachi: «La società può fare cose importanti. Squadre B? Non sono convinto»

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Il direttore sportivo del Torino Gianluca Petrachi ha rilasciato una lunga intervista parlando anche della società e della decisione sulle squadre B

Il direttore sportivo del Torino Gianluca Petrachi è stato ospite a RMC Sport ed ha parlato della stagione e degli obiettivi della società: «Di proclami ne siamo già pieni. Quando uno lavora bene, sarà il campo a dare dei giudizi. Il Torino è nelle condizioni di fare qualcosa d’importante, siamo cresciuti come club, anche dal punto di vista finanziario». Pertrachi  ha proseguito spiegando di aver aiutato il presidente ad entrare nei meglio nei meccanismi calcistici e lavorando bene i risultati prima poi arrivano. Secondo il ds Granata, la società piemontese è da prendere come esempio in Europa: «Se dovessimo riuscire a qualificarci in una competizione internazionale ben venga. Continuando così, e ne sono convinto, il Torino si posizionerà dove merita».

Sulla decisione della Lega di inserire le squadre B dei vari club in Serie C, come già successo per la Juventus, il direttore sportivo ha spiegato di non essere molto convinto dal progetto: «Oggi stano facendo scomparire le squadre di C perché non vengono aiutate. Bisogna aiutarle ad avere finanziamenti per far giocare chi merita e non chi gli fa guadagnare più soldi. Si vede la forma e non si guarda alla sostanza. I giovani non sono messi in condizione di fare campionati competitivi. Il sistema è totalmente sbagliato. Se i vertici non lo capiscono, sarà dura».

Petrachi attacca il CT Mancini: «Troppi stranieri? Con lui all’Inter non giocava neanche un italiano»

Petrachi ha commentato anche le parole del CT Mancini riguardo l’impiego risicato di giovani italiani. Il direttore sportivo del Toro ha detto: «Con lui all’Inter non giocava neanche un italiano, poteva pensarci prima. Dovremmo ricordarci cosa è successo in passato. Il sistema è malato, vanno messe delle regole e vanno rispettate. Purtroppo è andato pian piano peggiorando. Ora ci sono troppi politici e pochi che ne sanno di calcio. Se non fai rispettare le regole, il nostro sport non avrà un bel futuro».

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