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Torino-Monza, Cairo e Berlusconi: da Fininvest al Milan, una storia nata dopo un’intervista in radio
Torino-Monza è anche Urbano Cairo-Silvio Berlusconi, dall’idea di replicare il Milan, agli inizi in Fininvest dopo un’intervista in radio
L’attesa sta per terminare, ultimi preparativi e poi sarà a tutti gli effetti il tempo di Torino-Monza. Tra poco più di 56 ore infatti, i brianzoli faranno tappa nel capoluogo piemontese, pronti a darsi battaglia con i padroni di casa in occasione del match valido per la trentesima giornata di Serie A. Per la prima volta al Grande Torino da quando il proprio vessillo è tornato nel massimo campionato italiano però, la società lombarda non potrà godere del sostegno di un “tifoso” speciale: Silvio Berlusconi.
Strano a dirsi eppure – malgrado l’assenza corporea dell’ex Presidente del Consiglio scomparso il 12 giugno del 2023 – la presenza astratta “platonica” del patron brianzolo sarà per certi versi fortissima. Il motivo? In primis, perché lo stesso Monza lega il suo nome ormai indissolubilmente a quello del Cavaliere. Berlusconi, non a caso, è stato il vero protagonista del già citato ritorno in Serie A del club insieme ad Adriano Galliani (braccio destro di un’intera vita calcistica).
In secondo luogo, ma non per questo meno importante, per il rapporto che il Presidente condivideva con Urbano Cairo. Che il patron granata abbia mosso i suoi primi passi nel panorama dell’imprenditoria (anche) grazie all’ausilio di Berlusconi non è di certo una novità. Lo stesso alessandrino ha più volte ricordato con piacere i suoi inizi in Fininvest, quando, non appena conclusa l’università, si palesò ai portoni della holding milanese in cerca di un impiego.
Correva l’anno 1981 e il classe 57’ (all’ora ventiquattrenne) era reduce dall’ascolto di un’intervista radio in cui lo stesso Berlusconi consigliava ai giovani (rigorosamente ricchi di idee) di farsi avanti. Giusto il tempo di insistere con la segretaria del meneghino e Cairo era già divenuto il suo assistente personale. Ma il menzionato bagaglio di idee non gli mancava di certo e arriva così – nei quattro anni successivi – a ricoprire incarichi via via più importanti nello sterminato impero aziendale del Cavaliere.
Il campo della pubblicità, ancor prima di quello calcistico, sembra sorridere in quegli anni in particolar modo a Cairo. Per sua stessa ammissione, a cavallo tra il 1991 e il 95 il fatturato annuo di Mondadori pubblicità – della quale era nel frattempo divenuto amministratore delegato – aumentò da 390 a 500 miliardi di lire.
Complice l’inchiesta Mani Pulite e relativi strascichi, il futuro Presidente del Torino lascia tutti gli effetti Fininvest, fondando – merito anche della buonuscita ricevuta in seguito al suo addio – la Cairo Pubblicità. Malgrado il divorzio lavorativo il rapporto con Berlusconi rimane florido. La stima reciproca tra i due rimane immutata, così come non cambiano i successi lavorativi di entrambi. Anche cambiando pelle Cairo troverà fortuna pure nella sua esperienza in proprio (espandendosi contro ogni aspettativa anche nel ramo dell’editoria).
E su Berlusconi invece, quanto archiviato dall’imprenditore si intreccia ad un pagina di storia italiana nei più svariati ambiti. Velleitario (e persino difficile) decanatarli nel loro intero: dalla politica, all’edilizia, passando per le televisioni e, naturalmente il Milan. Sarà anche il virtuoso esempio dell’esperienza con la squadra rossonera, ad invogliare lo stesso Cairo a brandire le redini di quelle granata. Cimentandosi così in un’avventura pedissequa, anche se su scala minore, con il Torino.
Altri tempi, altra Italia, altra imprenditoria e senz’ombra di dubbio altro calcio. Storie del passato insomma, mentre il presente ci proietta a Torino-Monza ed ora conosciamo il perché la presenza di Silvio Berlusconi sarà fortissima.
Fonte foto: profilo facebook Silvio Berlusconi.