2014

Torino, Maksimovic: «Qui per Ventura, ora punto al riscatto»

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Le parole del difensore granata sull’esperienza italiana e l’approdo alla corte di Ventura.

CALCIOMERCATO TORINO MAKSIMOVIC – Arrivato la scorsa estate in prestito con diritto di riscatto dalla Stella Rossa, Nikola Maksimovic è già riuscito a convincere Giampiero Ventura. Un bilancio positivo quello del difensore del Torino, che ha dichiarato ai microfoni di “Tuttosport”: «Un’esperienza nuova, in un campionato forte e molto competitivo, con squadre abbastanza livellate. Le partite sono combattive: questo è il calcio che mi piace. E poi sono in sintonia con il tecnico anche se gli allenamenti sono molto intensi. Sono soddisfatto per come mi hanno accolto i tifosi e la società. I compagni e lo staff mi stanno aiutando sia nella lingua sia nell’apprendere i movimenti giusti».

CORTEGGIAMENTI – Maksimovic ha poi spiegato la scelta di vestire la maglia granata, nonostante l’interesse di Juventus, Milan e Manchester City: «Un anno fa potevo andare al Fulham, avevo già fatto le visite mediche, poi non ho ottenuto il permesso di lavoro. Nel frattempo il mio cartellino è passato a una fondazione cipriota. Con la Stella Rossa c’era l’accordo che sarei rimasto fino a fine stagione ma la promessa di giocare non è stata mantenuta. Sapevo che si erano interessati a me club blasonati ma non potevo andarci da disoccupato. Per aspirare a una grande bisogna essere titolare nella squadra di provenienza. In quel frangente si è inserito il Torino: l’ho preferito ad altre due offerte. Sapevo che c’era Ventura: a lui piacciono i giovani, soprattutto difensori, ero convinto che fosse la scelta giusta e che avrei avuto la sua fiducia. Rimpianti? Nessuno, sopravvivo anche senza la Champions. Sono giovane, ho tempo per giocarla se sarò bravo nell’arrivarci».

VENTURA – Il difensore 22enne ha poi parlato del rapporto con mister Ventura: «Insiste molto sul fatto che l’azione deve partire dal portiere, passare a difensori, centrocampisti e poi attaccanti. Non vuole nessun lancio lungo o che si butti via la palla. Ovviamente, non bisogna neppure rischiare. Un credo vincente perché i risultati sono arrivati se è da così tanti anni che il Toro non era così in alto. Impatto? Come calciatori o gioco non c’è tanta differenza, è diversissimo invece tutto quello che c’è attorno, l’organizzazione, la struttura delle società, le condizioni di lavoro e di allenamento. In Serbia se sei bravo a 16-17 anni vai all’estero».

EUROPA E FUTURO – Sul sogno europeo ed il suo futuro, infine, Maksimovic ha spiegato: «Mancano pochi punti per agganciare il treno europeo però il nostro primo obiettivo è la salvezza. Poi se succede saremo felicissimi, ma non deve diventare un’ossessione. Per ambire a questi obiettivi la squadra deve trovare stabilità, equilibrio, conferme e qualche rinforzo. Riscatto? Sarei felice: ringrazio il presidente e Petrachi per la chance, hanno creduto in me e spero di continuare con questa maglia. Non ho ancora fatto vedere tutto quello che so fare, vorrei dimostrare il mio valore. MIhajlovic? E’ stato lui a consigliarmi di accettare il Torino, ha fatto tanta esperienza in Italia, conosce Ventura e mi ha dato pure delle dritte. Mi piacerebbe in futuro ritrovarlo». 

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