2013

Torino, Gillet: “Inter? Voglio battere anche la Juventus”

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TORINO GILLET – Il Torino non riesce a battere l’Inter in trasferta da 25 anni, un dato positivo per i nerazzurri, che potrebbe però essere cancellato grazie all’amuleto Jean François Gillet, che ha già battuto l’Inter, però con la maglia del Bologna. Alla vigilia della sfida il portiere granata ne ha parlato a Il Giornale: «Siamo in un buon momento, arrivando da due vittorie in fila e cinque risultati utili consecutivi. Sarà una bella sfida, proveremo a giocarcela anche se non possiamo pensare di farlo alla pari. Però nel calcio tutto può accadere: lo scorso anno sbancare San Siro fu una soddisfazione immensa. Bilancio stagione? Aspettiamo la fine, è meglio. Per adesso, siamo in linea con gli obiettivi di inizio stagione: siamo neopromossi, meglio non dimenticarlo».

Gillet ha poi parlato di Ventura, che al Torino ha portato sette giocatori allenati in precedenza: «Che tipo è? Uno che tratta tutti allo stesso modo, dando e pretendendo rispetto sia da parte di chi conosce che dall’ultimo arrivato. Ed è un allenatore che non smette mai di studiare: il calcio si evolve e lo fa anche lui, preparando al meglio ogni partita. Non è che vuole sempre giocare con gli stessi giocatori, perché così non cambia metodologie di allenamento e approccio alla gara. Porta inviolata da otto partite? Al Bari, sempre con Ventura in panchina, succedeva più o meno lo stesso: siamo una squadra matura e molto organizzata, tutto qui. Qualunque risultato si voglia ottenere, prendere pochi gol è fondamentale. La bravura del singolo conta, ma è più importante la compattezza di squadra nel creare un muro davanti alla propria area di rigore».

L’estremo difensore del Torino ha poi analizzato i prossimi avversari: «Handanovic? Completo, sobrio. Una garanzia. Dovendo sostituire Julio Cesar, il meglio che ci fosse. Se vorrei giocare in una big? Io sono in una grande, perché il Toro ha storia e tanto fascino. Non lottiamo per lo scudetto, ma mi godo quello che ho: sto vivendo il momento più alto della mia carriera. Non ho rimpianti: mi merito quello che ho. Cassano? Bel personaggio, con il quale ho trascorso una stagione a Bari: casinista, allegro e divertente, anche se credo si sia calmato dopo la nascita del bambino. In campo è fastidioso, non sai mai cosa aspettarti e non lo scopro certo io. Sneijder? Si sono dati una linea e l’hanno seguita, anche se è stato strano vedere un campione del genere in tribuna per tanto tempo. È però arrivato il momento di darsi tutti una regolata: i grandi calciatori meritano gli stipendi che hanno, ma i momenti sono quelli che sono ed è anche normale che le società facciano più attenzione ai propri bilanci. Inter con Stramaccioni? Una squadra che ha cambiato tanto e che è ancora in lotta su tre fronti. Stanno giocando tanto e potrebbero risentirne: per noi sarà un bel banco di prova».

Infine, su chi preferirebbe battere Gillet non ha dubbi: «La Juve, perché è la squadra campione d’Italia. E perché, vivendo in città, so che gioia regaleremmo ai nostri tifosi».

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