2015

Torino di nuovo super: a lezione da Ventura

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I granata si scatenano e tornano a marciare in campionato

Una delle squadre più in forma del momento è il Torino, che ha aggiunto altre pagine al libro delle sorprese che sta regalando il campionato italiano in questa stagione. Dopo la riscossa della Lazio, l’arrampicata delle genovesi e gli exploit di Palermo e Sassuolo, ecco i granata che tornano a far parlare di sé. Smarritosi dopo gli stravolgimenti del mercato estivo, il Torino ha ritrovato la sua identità. Contro l’Hellas Verona nello scorso turno di campionato è arrivata la quarta vittoria consecutiva, striscia positiva che mancava da 37 anni e più precisamente dal 19 marzo 1978, quando ebbero la meglio sul Napoli per 3-1. La squadra di Giampiero Ventura ha collezionato ben 19 punti in 9 partite (nessuna delle quali persa e con un andamento inferiore solo al Napoli e pari alla Juventus), rilanciandosi in classifica, dove è salita all’ottavo posto. Ora il Torino può immaginare traguardi più ambiziosi della salvezza, del resto l’atmosfera che assaggerà nella sfida contro l’Athletic Bilbao nei sedicesimi di Europa League potrebbe stuzzicarne ulteriormente l’appetito.

IL MAESTRO – Non ha solo preso la squadra dalla serie cadetta e l’ha riportata in A, Giampiero Ventura ha fatto molto di più alla guida del Torino: l’ha lanciata verso l’alta classifica e riportata in Europa. Non sono mancate le difficoltà, anzi c’è stato un momento nel quale tutti abbiamo temuto che il bellissimo giocattolo costruito con il direttore sportivo Gianluca Petrachi e il presidente Urbano Cairo  potesse essersi rotto dopo le cessioni illustri di Ciro Immobile e Alessio Cerci. Ci siamo sbagliati, è evidente: il giocattolo non si era rotto, lo avevano semplicemente smontato per costruirne una nuova versione. L’allenatore granata ce lo aveva detto: «Riceverò le stesse critiche dell’anno scorso, ma vi rimangerete tutto». Profetico Ventura, ma soprattutto parafulmine e maestro. Ha attirato su di sé i mugugni e le critiche per permettere alla squadra di assimilare le sue idee e ritrovare l’alchimia, ha creato una concorrenza proficua, insegnando ai suoi giocatori a interpretare più ruoli: Matteo Darmian, ad esempio, è stato impiegato da esterno basso e alto sia a sinistra che e destra, nonché come centrale difensivo di destra.

L’EVOLUZIONE DEL GOL – Ci ha messo un po’ ad ingranare il Torino, che ha dovuto trovare nuove vie per arrivare al gol dopo la partenza della coppia d’oro sopracitata. Con il passaggio alle due punte, Fabio Quagliarella e Josef Martinez, i meccanismi andavano rivisti e perfezionati: ci sono più verticalizzazioni per i due attaccanti, più fraseggi e inserimenti dei centrocampisti attraverso formule che si alternano, dal contropiede alla manovra avviata dai difensori. Non mancano le variabili offensive a Ventura, che può contare anche su Maxi Lopez e Amauri, due lottatori in grado di offrire soluzioni tattiche differenti.

LA RISCOSSA – Sbagliando s’impara e l’ennesima prova di quanto questa ormai banale affermazione sia vera ce l’ha data Marco Benassi. Ha smesso di scorrere il fiume di critiche dopo l’errore che portò al gol di Andrea Pirlo nel derby. Il centrocampista nativo di Modena si è dato una scossa grazie alla fiducia di Ventura e ha superato addirittura le aspettative. Le premesse sono incoraggianti, le potenzialità importanti: con più esperienza Benassi potrà diventare più costante durante le partite, nelle quali ogni tanto si eclissa. Ventura ha insistito tanto anche con Omar El Kaddouri, che non riusciva ad essere efficace in fase di interdizione e al tempo stesso lucido ed efficace in fase offensiva. La svolta del marocchino è, dunque, arrivata grazie ad un orientamento diverso da parte dell’allenatore granata, che sta utilizzando meno El Kaddouri per trarne di più: l’alternanza con Farnerud sta dando i suoi frutti.

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