Serie A

Torino, Cairo alza la voce: «Arbitri? Tanti errori con noi, spero nel cambiamento»

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Il Presidente del Torino Urbano Cairo non ci sta, così sui presunti errori arbitrali e le fallacie del Var contro la squadra granata

Urbano Cairo dice no. Il Presidente del Torino alza la voce, lo fa ai margini dell’evento Verso il tempo delle donne, sferrando un attacco senza mezze misure all’operato della classe arbitrale italiana. Il patron alessandro – in modo particolare – punta il dito verso alcuni presunti errori dei fischietti nostrani nei confronti della società granata e che avrebbero penalizzato il rendimento di quest’ultima in campionato.

Dalle fallacie del Var ai direttori di gara fermati proprio dopo aver arbitrato le partite dei sabaudi, Cairo ne ha per tutti e non usa di certo giri di parole. Ma c’è di più, nel discorso del patron dei piemontesi anche l’aneddoto sul messaggio ricevuto dall’amministratore delegato del Genoa Blazquez. Una sorta di segno di comunanza, spiega sicuro, per quanto accaduto nell’ultima giornata di campionato.

Mentre infatti il Torino lamentava la – forse – generosa espulsione confezionata ai danni di Samuele Ricci per proteste, la scuderia ligure sbatteva i tacchi dinanzi al rigore concesso all’Inter che ha de facto deciso le sorti dell’incontro di San Siro. Insomma, la classe arbitrale italiana finisce ancora una volta sotto i riflettori, in quello che sembrerebbe albergare tutte le prerogative necessarie per essere definito come  l’annus horribilis dei fischietti della Penisola. Qui le dichiarazioni integrali di Urbano Cairo

CAIRO – «Purtroppo gli errori ci sono e sono tanti, anche noi del Toro ne abbiamo avuti veramente tanti: se pensate che quest’anno su 27 partite di campionato e un paio di partite di Coppa Italia, quindi 29, hanno fermato sei arbitri che ci hanno arbitrato, una media mica male: uno su cinque. Mi ha mandato un messaggio l’amministratore delegato del Genoa Blazquez per comunanza di tristezza. 

Spero però che le cose possano cambiare. L’arrivo del VAR era stato appunto salutato in maniera molto positiva perché era un modo per poter correggere, diciamo, errori che sono umani e che evidentemente tutti possono fare. Poi però vedo che molte volte questo non avviene. Talvolta non ci sono le chiamate, oppure un arbitro va al monitor ma poi non corregge la decisione. Mi sono già espresso ma preferisco anche non esagerare, spero che le cose vadano meglio».

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