2013
Torino: Bianchi è sereno perché ha risolto la questione contratto
La questione Bianchi-contratto-Torino non si risolverà mai. Almeno: non nei tempi in cui speravano i tifosi granata. Qualcosa s’è inceppato. E questo l’avevano capito persino i sassi. Ma ieri, dopo la vittoria contro l’Atalanta quasi all’ultimo respiro che hanno permesso alla squadra di Giampiero Ventura di conquistare tre punti fondamentali in chiave salvezza, ne abbiamo avuto la definitiva conferma. Il capitano ha giocato la miglior partita del 2013, forse della stagione. Ha cercato il gol, l’ha quasi trovato in un paio di occasioni, ha servito l’assist sprecato da Barreto e ha giocato con una grinta ed una voglia mai vista negli ultimi tempi. Anche perché nell’ultimo periodo, complice scelte tattiche (Meggiorini-Barreto) e qualche acciacco (contusione alla tibia), non ha giocato molto.
TRANQUILLITA’ – Dunque il fatto che ieri l’attaccante abbia fatto una gran partita riconduce ad una tranquillità trovata. L’accordo con i bergamaschi di cui tanto si vocifera evidentemente non è campato per aria, anzi. Un giocatore tranquillo, che ha finalmente capito cosa farà da grande, gioca con la mente sgombra dai pensieri, con la certezza di aver trovato qualcuno che crede in lui. Tornare nella squadra che ti ha cresciuto a due passi da casa? Non ha prezzo. E’ un cerchio che si chiude e che ti porta alla fase ‘rem’ della carriera. D’altronde la stessa fiducia non ce l’ha avuta il Torino, nonostante anni e anni di abnegazione da parte di ‘Rolly’ che ha anche rinunciato a qualche offerta pur di mantenere la promessa di riportare ‘la sua gente’ in A. Come si fa a non rinnovare il contratto al capitano di mille battaglie che ha anche accettato di restare in B pur di risalire con una maglia entratagli nel cuore?
BERGAMO AMORE MIO – E il fatto che abbia scelto di parlare proprio nel giorno in cui dall’altra parte della barricata c’era la ‘sua’ Atalanta interrompendo un silenzio che durava ormai da tempo immemore? Altro indizio che porta verso Bergamo. E due indizi, compreso quello della tranquillità, fanno una prova. E allora cosa non ha funzionato sotto la Mole? Dicevamo: anche i sassi sanno che qualcosa s’è inceppato. Una delle parti in causa non è riuscita a conciliarsi con le altre e ha scelto di fare orecchie da mercante nonostante l’importanza e il calibro del bomber. Ed è una cosa stranissima visto che nessuno riesce a spiegarsi come mai da una parte il ragazzo continui a giurare eterna fedeltà e riconoscenza al Torino e si dice pronto a restare per amore. Dall’altra sia presidente che allenatore continuano ad elogiarlo, sia sportivamente che umanamente.
PETRACHI – L’unico a far trapelare un minimo di ostracismo è Petrachi, forse il vero oggetto della discordia. Non lo sapremo mai, visto che non conosciamo la vicenda dall’interno, anche se le voci di corridoio lasciano trapelare proprio il nome del direttore sportivo, vero artefice della rottura definitiva. E alla fine i tifosi che faranno? Per il momento lo capiscono e cominciano a salutarlo: ‘Grazie capitano, in bocca al lupo’. Poi si attaccheranno presto ad un nuovo idolo, sperando ne arrivi uno altrettanto carismatico e generoso come Bianchi. Nel frattempo lui la suia decisione l’ha presa: “La mia carriera l’ho fatta ed è stata anche una carriera importante. Io voglio continuare a divertirmi”. E andare a giocare a due passi da casa nella squadra in cui sei cresciuto non ha prezzo.