2013
Top & Flop della 26^ giornata
TOP
Lichtsteiner – “Mister Simpatia” è tornato il rullo asfaltatore della stagione scorsa. Bene fecero in Corso Galileo Ferraris a resistere agli assalti estivi del Paris Saint Germain (che infatti ripiegò poi sull’olandese Van der Wiel): c’è però da scommettere che la partita con gli ingordi francesi sia tutt’altro che chiusa. Soprattutto se lo svizzero, esploratore temerario dei “buchi” della buona sorte (definiamoli così, che è meglio) continuerà a martoriare erba ed avversari con la medesima, feroce, costanza. E’ in debito con la fortuna: stia in campana.
Handanovic – Partiamo da un presupposto: l’Inter ha sbagliato nel liquidare Julio Cesar in modo freddo e distaccato l’estate scorsa. Il brasiliano, ancora un gran portiere, meritava tutt’altro trattamento. Ciò (doverosamente) detto, i nerazzurri hanno però clamorosamente azzeccato la scelta dell’erede. Handanovic non è costato poco ma vale tutte le gocce di sangue versate da papà Moratti, fino all’ultimo globulo rosso. Lo sloveno ingaggia un duello personale con Balotelli, negadogli la gioia del quinto centro di fila con interventi strepitosi. A Milanello, guardino ed imparino: Abbiati non è proprio più uno di primo pelo…
Cerci – Nello scoppiettante 4-3 di uno spettrale “Is Arenas”, il granata è tra le attrattive principali (insieme ai soliti Conti e Sau) dell’esibizione pedatoria offerta da Cagliari e Torino. Di gran lunga il più bravo degli uomini di Ventura, sforna un gol, un assist e un’altra prestazione da primo attore, che lo stesso Prandelli non avrà mancato di annotare. Emergere in un contesto sul modestuccio andante è certamente più agevole ma Cerci sembra avere finalmente cambiato marcia e registro. Era ora.
Costa – L’ex reggino è ormai la trave portante della baracca difensiva messa in piedi da Delio Rossi. E che baracca! Se quella blucerchiata è la miglior difesa del 2013, il merito è anche e soprattutto di questo difensore, diventato, un po’ inaspettatamente, una garanzia. Quando il cambio di allenatore fa miracoli, eh?!
FLOP
Giovinco – Top? Ma nemmeno per idea. Quel gesto del dito sulla bocca a zittire lo stadio ed i fischi piovutigli addosso, se lo poteva risparmiare. La presunzione è una brutta bestia, soprattutto se ingiustificata. Alla sua prima esperienza juventina, era uso recriminare sulla presenza ingombrante di Del Piero: alibi comprensibile; ma adesso, come la mettiamo? Se pensa che una dozzina di gol (metà dei quali non decisivi) bastino a consacrarlo degno della maglia che porta, si sbaglia e di grosso. Però, a sentire il suo agente, Andrea D’Amico, la colpa dei fischi è dell’informazione e della campagna da essa orchestrata contro il suo assistito. Sì sì, proprio un bel modo di aiutarlo a crescere. Giovinco ormai a 26 primavere: ora o mai più e sarebbe il caso che qualcuno, schiettamente, glielo ricordi.
Savic – Temiamo per la Fiorentina che Nastasi? sia decisamente un’altra cosa (altrimenti il City non l’avrebbe voluto così insistentemente, no?). Museo degli orrori felsineo quello messo in scena ieri dal montenegrino: una sciagura in disimpegno e totalmente addormentato sui due gol del Bologna. Motta e Christodoulopoulos ringraziano sentitamente. Montella un po’ meno ma si sa: con i giovani bisogna avere pazienza. E’ così che si dice, oppure no?
Aronica – L’ex fedelissimo di Walter Mazzarri è una sorta di pacco sorpresa per il Palermo ed i suoi tifosi. Il problema però è che il contenuto è quasi sempre da incubo: dalle imprecisioni in impostazione ed alleggerimento (pezzo forte del repertorio) a quelle in chiusura, è tutto un pomeriggio all’insegna del brivido. Fino all’espulsione nel secondo tempo, che riduce ai minimi termini le già precarie speranze di successo dei rosanero. A pensarci bene, più che un pacco sorpresa, l’Aronica attuale appare semplicemente un “pacco”.
Mesto – Abbiamo capito perché Mazzarri continua a far giocare sempre gli stessi nelle partite decisive. Il Mesto, sostituto nonchè riserva di Maggio, visto ad Udine, sarebbe da rispedire per direttissima alla scuola calcio. Fa strazio senza pietà dei fondamentali: cross in orbita e stop indecenti, per non parlare della libertà pericolosamente concessa al dirimpettaio Pasquale. Nel secondo tempo, probabilmente resosi conto di aver esaurito il campionario degli orrori, tiene il campo con decoro ma è un po’ pochino a questi livelli. Ogni anno siamo alle solite: il Napoli avrebbe bisogno di una rosa qualitativamente più ampia ma, puntualmente, Mazzarri si ritrova solo soletto con l’ampiezza. E la qualità?