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Toldo: «L’Italia di Mancini può lasciare il segno. Su Mourinho alla Roma…»

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Francesco Toldo ha parlato al Messaggero dell’Italia di Mancini: queste le parole dell’ex portiere

Francesco Toldo ha parlato al Messaggero dell’Italia di Mancini. Le sue parole.

ITALIA OLANDA – «Il ricordo più bello non sono le mie parate in campo, ma le risate con i miei compagni durante quella avventura. Ragazzi diventati amici. La Nazionale di oggi mi fa venire in mente quei giorni».

SPIRITO ITALIA – «Sì. Ci siamo divertiti insieme. In campo e in ritiro. E pensare che fuori dallo spogliatoio il clima era teso. Noi dentro tranquilli, come gli azzurri di Mancini. Si è visto subito contro la Turchia. Hanno vinto in allegria. Meritatamente. E corrono tutti».

RICORDO PIU BELLO – «Mi tengo stretto il successo nell’Europeo Under 21 del 1994 con Cesare Maldini in panchina. Anche lì fui decisivo in semifinale, parando il rigore di Makelelè. Quella volta, però, andò bene: conquistammo il titolo con il golden (gran) gol di Orlandini».

BEFFA ITALIA FRANCIA EURO 2000 – «Più delusione. Ma ho sempre ragionato come fanno negli altri sport. Non deve far festa solo chi è medaglia d’oro. Il secondo posto non è una tragedia. Rimane come una vittoria».

CUCCHIAIO FRANCESCO TOTTI – «Spaventato? No. Vidi Francesco sicuro e concentrato. Quando hai davanti un campione così, il portiere è sempre spacciato. Se non sbaglia lui, è gol. Il pallonetto è passato alla storia come il simbolo di quell’Europeo con le mie parate».

PERIODO MIGLIORE – «Con la Fiorentina e proprio con Mancini in panchina vincemmo la Coppa Italia nella stagione successiva. Poi passai all’Inter e partecipai al Triplete, pur giocando solo 3 gare di Coppa Italia. Decisi di smettere appena finì l’annata. Moratti se l’aspettava. Mi volle subito dirigente: responsabile di Inter Campus e più avanti di Inter Forever, iniziative del club. Mi ha fatto sempre sentire in famiglia».

ITALIA ATTUALE – «Mancini ha fatto un bel lavoro. La Nazionale è bella e giovane. Spavalda. Gioca bene. Ha i numeri per lasciare il segno e mettere in difficoltà le grandi».

DONNARUMMA – «Non conta l’età. È pronto. Dà garanzie».

ERIKSEN – «Un grande dispiacere. Ora bisogna stargli vicino».

TOLDO USCITO DAL CALCIO – «L’ulti.ma esperienza con Di Biagio all’Under. Adoro Gigi e gli ho dato una mano. Poi stop. Chiuso. I ritiri sono pesanti e nemmeno servono. Voglio stare con mia moglie e i tre bambini. Vivo tra Milano, Padova e il Trentino. Costruisco appartamenti, hobby con cui creo posti di lavoro».

MOURINHO – «Psicologicamente è il numero uno: non molla mai. Sono fortunati i giocatori della Roma: si troveranno un uomo di fronte, una persona vera. Quello che pensa te lo dice in faccia. A volte ci rimani male, altre ti esalti».

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