2014
Tiro Mancini a Mazzarri. L’ombrello non ha retto più…
L’Inter cambia. Analisi dei dati e numeri a confronto dei due tecnici
COVER STORY INTER MAZZARRI MANCINI – L’Inter cambia. A quasi un anno dall’insediamento di Erick Thohir, il magnate indonesiano ha deciso di prendere di petto la situazione e di dare una svolta al suo progetto. La notte tra giovedì e venerdì ha portato consiglio e il numero uno interista, insieme ai suoi fidati collaboratori, ha deciso che era giunta l’ora di cambiare. La decisione maturata dopo il 2-2 contro il Verona arriva dopo alcuni giorni di riflessione. Via Mazzarri, arriva Mancini. Cambio di profilo, per una maggiore internazionalizzazione dell’Inter. L’obiettivo dichiarato è tornare in Europa, in quella che conta, e dopo 11 giornate sono 5 i punti di distacco dal Napoli, partito in sordina e ora in grande spolvero. Il pareggio contro il Verona sembrava aver consegnato a Mazzarri altre due settimane di lavoro ad Appiano, in attesa del derby, ma il #fiuuu di Allegri non vale per il tecnico di San Vincenzo che ha dovuto fare i bagagli prima del previsto.
IL PRIMO ESONERO E IL FEELING MAI NATO – Si tratta del primo esonero in carriera per Walter Mazzarri, probabilmente schiacciato dalle troppe responsabilità e dalla pressione dei tifosi. Il tifo interista infatti era stufo del calcio mazzarriano, della sua difesa a 3 ma soprattutto delle sue scuse a fine partita. Probabilmente il tecnico ex Napoli ha pagato anche la continua ricerca di giustificazioni, a volte al limite del ridicolo (l’ultima «poi ha iniziato a piovere» ha scatenato l’ira e l’ironia dei social). Proprio sui social i tifosi avevano manifestato tutto il proprio dissenso con l’hastag #mazzarrivattene, uno dei più popolari dopo le gare dei nerazzurri. La scintilla non è scoccata e quando non arrivano i risultati sperati non può essere altrimenti. Mazzarri nelle prime 11 giornate ha collezionato 16 punti. Nelle ultime 6 stagioni solo la coppia Gasperini–Ranieri ha fatto peggio. Nel 2011-2012 infatti i nerazzurri conquistarono la miseria di 13 punti in 11 gare. Impietoso il confronto anche con l’Inter dello scorso anno quando, con lo stesso Mazzarri in panchina l’Inter fece 22 punti in classifica, meglio dell’Inter di Benitez (20 punti). Inarrivabili i risultati di Stramaccioni nel 2012-2013 (27 punti) e di Mourinho nel 2008-2009 (28 punti).
SCUSE E SCUSANTI DELL’UOMO DELLA PIOGGIA – Cinquecentotrentanove giorni, 49 partite: mai 3 vittorie consecutive! E’ questo il dato lampante che balza all’occhio della gestione Mazzarri. L’Inter sotto la guida del tecnico toscano non è mai riuscita a vincere per 3 volte di seguito in un anno e mezzo. Quest’anno in 11 gare sono arrivate 4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte con 17 gol all’attivo ma con 14 reti subite. Ogni tentativo di superare la prova di maturità è stato sempre fallito. Bocciata l’Inter come è stato bocciato Mazzarri. Ma almeno un aspetto positivo della gestione del tecnico toscano va messo in luce. In molti criticano la gestione dei giovani, il difficile rapporto dell’allenatore con la definitiva consacrazione dei talenti ma i Kovacic e gli Icardi ammirati in questa stagione non sono quelli dello scorso anno. A favore del tecnico di San Vincenzo infatti – nonostante le mille critiche ricevute a riguardo – andrebbe attestata la crescita del centrocampista croato e dell’attaccante argentino. Lo scorso anno i due hanno messo in archivio prestazioni discontinue e altalenanti, forse perchè non erano ancora pronti al grande salto, invece in questo primo scorcio di stagione Kovacic ha trovato la via del gol per la prima volta oltre a una straordinaria continuità nelle giocate, Icardi ha trovato nuovi movimenti ed è già a quota 7 reti in 11 gare (l’anno scorso, con 22 presenze all’attivo si era fermato a 9). In questo senso, forse, la gestione dei due giovani e promettenti calciatori va rivalutata. Ma Mazzarri paga soprattutto la gestione dei risultati negativi, forse un po’ troppo da provinciale. Le scuse trovate al termine di ogni partita hanno fornito ai calciatori delle attenuanti non dovute. Si va dagli errori arbitrali, alle gare ravvicinate, alla diarrea fino ad arrivare alle cause atmosferiche. E alla fine l’ombrello non ha retto più…
SI RIPARTE DAL MANCIO – Giù il diluvio, i tifosi nerazzurri si aspettano di ritrovare il sereno con il sole portato ad Appiano Gentile da Roberto Mancini. Un cavallo di ritorno (226 le presenze sulla panchina nerazzurra per Mancini, 140 le vittorie nei suoi 4 anni interisti dal 2004 al 2008) per riportare nella giusta direzione l’Inter. La stagione può ancora essere salvata, c’è tutto il tempo e in più Mancini potrà contare sull’aiuto del mercato di gennaio. Si riparte dall’uomo dei tre scudetti consecutivi, l’uomo dei tre scudetti come Helenio Herrera, l’uomo delle 17 vittorie consecutive, l’uomo che ha riportato la mentalità vincente negli ambienti interisti e che ha portato a casa anche 2 Supercoppe e 2 Coppe Italia. L’ottimo rendimento in Italia però non è bastato a far bene in Europa. L’Inter di Mancini infatti venne eliminata due volte ai quarti di Champions contro Milan e Villarreal e due volte agli ottavi contro Valencia e Liverpool (famosa la conferenza stampa al termine della doppia sfida con i Reds in cui Mancini annuncia l’addio alla panchina nerazzurra salvo poi ritrattare dopo lo scudetto vinto a Parma ma ormai era troppo tardi). L’Inter dal doppio volto riparte dal volto più invecchiato ma pulito del Mancio. Per riportare ad Appiano, ancora una volta, la mentalità vincente ma soprattutto i trofei che mancano da troppo tempo. Oltre al bel tempo.
IL CAMMINO DA SUBENTRATO – E’ la quarta volta che Mancini subentra ad un allenatore nella sua carriera. La prima volta fu nel 2000-2001, la prima del Mancini allenatore. E fu subito polemica. Il suo ingaggio da parte della Fiorentina suscitò molte polemiche perché il Mancio non era in possesso del patentino di allenatore di prima categoria ed era già stato in precedenza tesserato con la Lazio – nel campionato italiano non è permesso ad un allenatore cambiare squadra nel corso della medesima stagione – Mancini però, in questo caso, alla Lazio era vice di Eriksson e alla fine ebbe ragione lui. Con i viola Mancini vinse la Coppa Italia e arrivò al nono posto. Nel 2009/2010 Mancini inizia la sua avventura al Manchester City subentrando a Hughes. Ventuno partite, 11 vittorie, 5 pareggi e altrettante sconfitte che piazzano i Citizens al 5° posto. La scorsa stagione Mancini vola in Turchia, ad Istanbul, sostituendo il totem Fatih Terim (proprio come successe a Firenze) e con il Galatasaray Mancini pareggia alla sua prima in casa della Juventus in Champions League qualificandosi successivamente agli ottavi finendo davanti proprio ai bianconeri ma piazzandosi ‘solo’ al secondo posto in campionato dietro ai rivali storici del Fenerbahce. La quarta volta, dopo le quattro stagioni in nerazzurro, è tutta da scrivere. I tifosi interisti sperano di poter lasciare a casa l’ombrello e di ritrovare il sereno.