Come ti cambio la stagione in 3 mesi: la rinascita del Milan targata Gattuso - Calcio News 24
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2018

Come ti cambio la stagione in 3 mesi: la rinascita del Milan targata Gattuso

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gattuso bonaventura esultanza milan dicembre 2017

Sintonia con l’ambiente, allenamenti intensi e chiarezza assoluta con il gruppo: la zona Champions ora è più vicina. Gattuso ha ribaltato il Milan

Cambia la tua vita con un click. Chissà se Gennaro Gattuso annovera tra i suoi film preferiti quello che vede protagonista Adam Sandler e il suo telecomando magico. Dubitiamo, ma il parallelismo funziona. Fino a questo momento la stagione del Milan si può dividere nettamente in due: un pre e un post Rino. Con Montella alla guida, i rossoneri faticavano contro chiunque, vincevano poco e male, e i nuovi innesti arrivati dal faraonico mercato estivo stavano deludendo tutte le attese. A fine Novembre il coup de théâtre: via Montella dentro Gattuso, promosso dalla Primavera. Certo, l’inizio è stato schock: il pareggio di Brignoli di testa all’ultimo minuto e il 3-0 contro il Verona sono oggetto di scherno tutt’oggi ma dopo quella prima, tremenda, fase Gattuso ha preso in mano lo spogliatoio e lo ha ribaltato.

La sua ricetta è semplice: sintonia con l’ambiente, intensità negli allenamenti, chiarezza con il gruppo. I tifosi si sono riappropriati dell’orgoglio milanista e i più ottimisti stanno puntando la zona Champions League, l’obiettivo troppo in fretta sbandierato da Fassone e Mirabelli dopo un’estate pirotecnica sul mercato. E i numeri confermano il trend positivo: nel 2018 i rossoneri sono ancora imbattuti, hanno vinto cinque delle ultime sei partite di campionato e in questo breve lasso di tempo hanno rosicchiato 6 punti alla Roma, 7 alla Lazio, ma soprattutto 9 all’Inter, cioè le tre squadre che lottano dietro Napoli e Juventus. Ringhio, sino adesso, non ha sbagliato una mossa. La scelta del d.s. Mirabelli sembrava un modo per tamponare l’emorragia dopo l’esonero dell’aeroplanino in attesa di Conte, o magari Ancelotti. Oggi, invece, tutti a Milanello sono innamorati del vecchio centrocampista che ha fatto la storia nell’era Berlusconi. La conferma si avvicina partita dopo partita e il nuovo contratto è pronto.

Ma Gattuso predica calma e dice: «ancora non so qual è il mio Milan». Sa però, e non è poco, cosa deve fare: giocare senza paura, non buttare via il pallone, costruire il gioco partendo dalla difesa. Sa anche cosa gli da terribilmente fastidio: il fatto che venga considerato aziendalista e accetti suggerimenti sulla formazione e soprattutto che sia considerato un allenatore solo “cuore e grinta”. Mentre Gattuso studia e si applica: «Ho fatto copia incolla del lavoro di Giampaolo» confessa. Il simbolo del suo Milan è Calhanoglu, incredibilmente rivitalizzato ed eletto mvp contro i doriani. Ma sono tanti quelli rilanciati dall’ex tecnico della Primavera: da Biglia al giovane Calabria, da Bonaventura, che con lui ha già segnato 5 gol, sino a Bonucci, che ieri ha usato parole al miele per descrivere il lavoro di Rino.

Tre mesi fa il quarto posto era lontano 12 punti, adesso la distanza si è dimezzata. Sampdoria e Lazio sono il termometro del cambiamento radicale della squadra tra andata e ritorno. Nessuno può sapere sin dove arriverà la rincorsa di Gattuso. Ad attenderlo ora, dopo la formalità del ritorno contro il Ludogorets, ci sono dieci giorni che potrebbero indirizzare la stagione del Diavolo: Roma e Lazio (nella semifinale di Coppa Italia) all’Olimpico e il derby con l’Inter. L’aria è cambiata, insieme ai risultati. Dieci partite senza sconfitta, soprattutto sette in campionato come non succedeva dal febbraio 2016, due anni fa. Il Milan targato Gattuso vuole stupire ancora.

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