2018
Thuram durissimo: «Chiudiamo gli stadi di Serie A per un week-end»
La proposta radicale dell’ex difensore di Parma e Juventus Lilian Thuram dopo il caso degli ululati razzisti nei confronti di Kalidou Koulibaly durante Inter-Napoli
Un antidoto al razzismo, probabilmente, non esiste ancora. Di sicuro però dopo i fatti di Inter-Napoli, un metodo per arrivare ad una possibile soluzione può essere quantomeno cercato. Tra i più decisi c’è quello suggerito dall’ex difensore di Parma e Juventus Lilian Thuram, oggi attivista per i diritti delle persone di colore nello sport, che già qualche giorno fa, a caldo dopo il caso degli ululati razzisti rivolti a Kalidou Koulibaly, aveva detto la sua. «Sarà perché sono una persona nera o… marrone scuro, se preferite, ma mi sono stancato di questi dibattiti – ha aggiunto oggi Thuram al Corriere dello Sport – . In presenza di episodi del genere, io chiuderei tutti gli stadi della Serie A per un week-end. Non solo quello dell’Inter. Se gli sportivi italiani fossero costretti a stare un sabato e una domenica senza partite sarebbero obbligati a riflettere, a capire quanto sia ingiusto che un persona venga aggredita sul campo per il colore della sua pelle».
Secondo Thuram parte del problema è da ricercare anche nei dirigenti e nelle istituzioni italiane che, evidentemente, non reputano il problema del razzismo negli stadi così tanto prioritario… «Il messaggio non è per Koulibaly, ma per le persone che leggono questa intervista e per quelli che vanno negli stati a fare “buuu” ai calciatori di colore. Guardatevi in faccia e chiedetevi perché accettate o fate queste cose – ha proseguito l’ex difensore francese – . Se la situazione non cambia è perché tanti di voi non vogliono che succeda, perché ve ne fregate. Dopo quello che è successo a Koulibaly quante persone hanno preso la parola dicendo che bisogna trovare una soluzione, anche a costo di fermare il campionato? Nessuno. Davvero incredibile. Magari adesso tanti si agitano, ma tra quindici giorni penseranno ad altro e si saranno già dimenticati. Se non ci sono pene certe, questo problema non verrà mai risolto. Senza punizioni esemplari non c’è niente da fare».
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