2013
Thuram: «Juventus, puoi far bene in Europa»
L’ex calciatore francese ottimista circa la ripresa dei bianconeri.
JUVENTUS THURAM – Ambasciatore del mondo e simbolo contro il razzismo, Lilian Thuram ha mandato un messaggio forte e chiaro anche a Palazzo Ducale, a Genova, in occasione della presentazione del suo libro “Stelle nere”. «Il razzismo è violenza pura. Ci sono condizionamenti culturali che vanno cambiati. Quelli che fanno finta di non vedere, sono complici di questa situazione. Ma il razzismo peggiore non è quello contro i calciatori, che sono privilegiati, bensì quello di tutti i giorni, per gli stranieri che non trovano casa o lavoro. Per fortuna il calcio sa anche unire: il nostro è un mondo multicolore», ha dichiarato l’ex difensore francese.
Thuram, intervistato da “Tuttosport”, ha però colto l’occasione per analizzare il momento bianconero e presentare la sfida di Champions League contro il Real Madrid: «Sono sicuro che sarà una bella partita. Spero che i bianconeri possano tornare a giocare ai massimi livelli, anche in Europa. Esame per Conte? Non si può giudicare un allenatore solo per una partita, e non lo si dovrà fare neppure per quella di Madrid. Lui sta dimostrando il suo valore, alla guida della Juve, ormai da un paio d’anni. Mi ricordo che parlava molto poco nello spogliatoio, ma quando lo faceva tutti stavano ad ascoltarlo. Per me è normale, oggi, vederlo nei panni di tecnico della Juventus. Credo si faccia rispettare parecchio anche dai giocatori».
Il francese ha poi parlato dell’allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti: «Conosco bene anche lui, mi allenò al Parma. Mi diceva sempre che avrebbe voluto un fisico come il mio, insieme alla sua testa, e così sarebbe stato perfetto. Ma io gli rispondevo sempre: mister, la testa ce l’ho pure io… È stato l’allenatore che mi ha insegnato di più, dal punto di vista tattico. È una persona per bene».
Thuram ha poi parlato di Buffon e del suo addio al calcio: «La sua forza è che continua a divertirsi, giocando a calcio. Ha una grande passione, oltre ad avere grandi qualità. Io spero possa giocare ancora a lungo, chessò, sino a 52 anni… Io fermo per un problema al cuore? Quella fu per me quasi una fortuna. Non avrei mai smesso con questo sport, mi piaceva troppo. E poi mi sono fermato per salvare la mia salute. Avevo già perso un fratello, per problemi cardiaci».
Infine, su Mario Balotelli, sempre al centro delle polemiche: «La sua immagine è molto interessante. Fa capire che l’italiano può essere differente, che l’Italia è una realtà multicolore. Però non dovete chiedergli di essere un ragazzo perfetto. Sembra quasi che debba fare sempre meglio di tutti, per poter essere accettato. Non dimentichiamo che ha 23 anni. Che colpe ha, più degli altri? Valutiamolo per quel che fa sul campo, non facciamone sempre un caso e lasciamolo in pace. Molti giovani amano Balotelli proprio perché non è scontato e sa uscire dagli schemi».