2015
Thohir: «Inter, niente Champions League? No problem»
Il presidente: «Siamo il decimo brand del mondo, ricavi resterebbero alti»
«Tutto si basa sempre sul ‘si dice’, e invece… Ho letto tante cose riguardo alla possibile mancata qualificazione alla prossima edizione della Champions League: voci false, perché i nostri ricavi resterebbero altissimi, intorno ai 180/200 milioni di euro. Potrebbero aumentare di 20/30 in caso di qualificazione, ma non sarebbe un problema. Siamo il decimo brand al mondo, il problema non sono i soldi ma la storia: finire decimi non è da Inter». Intervistato dai microfoni di Goal Indonesia, Erick Thohir, presidente dell’Inter, ha rasserenato l’ambiente, all’indomani della sconfitta con il Torino.
IL PROGETTO – E se il Fair Play Finanziario non preoccupa («Stiamo spendendo quanto guadagnamo dai ricavi, dunque seguiamo le regole del FPF»), Thohir spiega il motivo della scelta di Roberto Mancini: «Lo abbiamo ingaggiato per tre anni e mezzo, e se lo vorrà prolungheremo. Non sono vere le voci su fantomatiche clausole. Abbiamo scelto lui perché ha condiviso il nostro progetto: costruire una squadra richiede un lavoro di anni. Lui ha entusiasmo e voglia di migliorare quotidianamente, pensando sempre comunque al futuro. Mazzarri? Ha lavorato duro, ma c’era bisogno di un cambio: la situazione era stagnante e i tifosi iniziavano a mettergli pressione. Con Mancini, un manager che ha lavorato anche all’estero, acquistiamo un tecnico con visione universale».
I COLPI – Quanto al mercato, il tycoon indonesiano spiega: «Vogliamo costruire una squadra giovane, che abbia un’età media di 26 anni. Non mi sorprende il fatto che Shaqiri abbia scelto noi: abbiamo una grande tradizione, tre Champions League e non siamo mai retrocessi in Serie B. Abbiamo Kovacic, Icardi e Shaqiri: loro rappresentano il presente ma anche il futuro. La formula della mia Inter sarà lanciare giocatori delle giovanili, comprare le stelle del futuro e affiancare loro gente dalla sicura esperienza. Se arriveranno offerte per i nostri talenti le ascolteremo ma non siamo per niente obbligati ad accettarle».
STADIO – Presto potrebbero esserci novità sul nuovo stadio: «Ad oggi, abbiamo un accordo con Milan e Comune per San Siro. Se i rossoneri dovessero decidere di andarsene, allora potremmo riparlarne. Noi vogliamo uno stadio tutto nostro, perché economicamente sarebbe importante sotto tutti i punti di vista, anche quello economico. Potremmo restare a San Siro, uno stadio con grande tradizione, o andare altrove. Vedremo, entro cinque anni tutto sarà più chiaro».