2018
Thiago Motta si ritira: «Allenerò l’Under 19 del Psg». E sull’Inter del Triplete…
Le parole del centrocampista Thiago Motta, 36 anni il prossimo agosto, che annuncia l’addio al calcio. Il calciatore ritorna su alcuni momenti della sua carriera, anche la rissa con Buffon
Thiago Motta ha annunciato di lasciare il calcio al termine della stagione calcistica 2017/2018. L’ex centrocampista della Nazionale e dell’Inter che vinse nel 2010 Scudetto, Champions League e Coppa Italia lo ha confermato ai microfoni della Gazzetta dello Sport in un’intervista in cui ripercorre diversi momenti salienti della sua carriera, anche in Italia.Il centrocampista classe 1982 ha annunciato che allenerà in futuro l’Under 19. Giunge al Genoa nel 2008-2009 dopo i sei anni col Barcellona e la fugace apparizione con l’Atletico Madrid: «Il presidente Preziosi mi fece fare due visite mediche e ci litigai sul contratto, in pizzeria a Desenzano. Poi firmai in spogliatoio durante un Genoa-Milan. Anche con Gasperini non fu facile. Rischiai di andarmene al primo allenamento, dopo 3 ore di esercizi temevo per il ginocchio. Ma mi fece innamorare di nuovo del calcio. Anche se il giorno dell’esordio dalla panchina ero senza scarpini e parastinchi perché non pensavo di entrare. Non vi dico le urla del Gasp».
Sei gol in 27 presenze che gli valgono l’interesse di big come Roma e Inter: «In realtà la Roma mi offriva di più, ma Preziosi venne in spogliatoio a dirmi che mi aveva ceduto con Milito all’Inter. Mourinho mi chiamò per chiedermi se ero pronto ad andare in guerra: era uno che ti sapeva motivare». Thiago Motta ricorda quale fu il momento decisivo in cui l’Inter prese piena consapevolezza di poter raggiungere la conquista del Triplete nel 2010: «Dopo gli ottavi con il Chelsea di Ancelotti. Ma la svolta ci fu a gennaio, dopo la Coppa d’Africa. Mourinho rimproverò Eto’o davanti a tutti di non fare abbastanza. E lui si mise a fare pure il terzino. Ma che sofferenza sfidare i miei ex compagni del Barça in semifinale».
In una lunga carriera c’è spazio anche per episodi meno piacevoli, come ad esempio il battibecco animato in campo con Buffon durante un Juventus-Inter: «Sul momento mi mise paura, ma poi mi telefonò e io gli chiesi scusa. Con lui c’è un bel rapporto. Come con Ibrahimovic, anche se da avversari ci menavamo. Mi diceva: ti aspetto fuori da scuola dei nostri figli, a Milano. Poi però al Psg ho imparato ad apprezzarlo. È uno che come me difende il gruppo, anche l’ultimo dei ragazzi».