2015

Ternana, Brignoli: «Salvo la Ternana e poi vado a lezione da Buffon»

Pubblicato

su

Il portiere delle Fere si racconta tra presente e futuro alla Juventus

La Ternana è chiamata alla prova di appello per evitare la gogna dei play-out. Sabato prossimo al Liberati arriverà una Pro Vercelli rinfrancata dallo scoppiettante successo ottenuto con il Crotone. La squadra di Tesser deve tornare a vincere in casa e per riuscirci avrà bisogno del miglior Alberto Brignoli, portiere classe 91′ dalle ottime potenzialità. Brignoli si è guadagnato le attenzioni della Juventus che lo ha acquistato nello scorso mese di gennaio ma in questo momento ha solo un obiettivo: quello di salvare la Ternana. Dal rapporto con la società a quello con il padre, Brignoli si racconta in esclusiva a Calcionews24.com.

Alberto, alla luce dei risultati delle vostre concorrenti, c’è un pò di rammarico per non aver portato a casa l’intera posta in palio contro il Lanciano?
«Se dobbiamo valutare l’andamento della gara, allora il rammarico c’è eccome. Avevamo disputato un ottimo primo tempo, passando anche in vantaggio. Quel rigore all’ultimo minuto della prima frazione ha cambiato l’inerzia della gara, poteva essere tutta un’altra partita. Nel secondo tempo la paura di perdere è subentrata da ambo i lati e ne è uscito un pareggio. Sappiamo che dobbiamo dare il massimo e forse qualcosa di più in queste ultime tre partite».

Credi che si possa parlare di una Ternana poco fortunata o sta subentrando anche un certo timore che vi blocca in certi momenti?
«Credo di conoscere bene questa categoria, sono al terzo anno a Terni e posso dire che la nostra reale dimensione era quella della salvezza. La prima parte di campionato poteva trarre in inganno ma noi eravamo consapevoli che quei punti fatti ci stavano avvicinando a quota cinquanta non di certo a sessanta. La nostra è una rosa composta da molti giovani, seppur bravi ma comunque con quel pizzico di inesperienza che abbiamo pagato in certi momenti. Abbiamo sofferto la situazione, specie in casa dove abbiamo incassato ben nove sconfitte. Magari con un pò di esperienza in più in quelle partite potevamo portare a casa almeno un punto e trovarci, a questo punto del campionato, già salvi. Adesso ci giochiamo molto nello scontro diretto con la Pro Vercelli, servirà la migliore Ternana possibile».

Una Pro Vercelli che ha avuto un cammino simile al vostro, bene nel girone di andata e balbettante in quello di ritorno. Uno scontro da dentro o fuori?
«Si, esattamente. E’ una partita da dentro o fuori, chi vincerà sara quasi salvo mente chi perderà sarà costretto a giocarsi tutto fino all’ultima giornata. Adesso non serve fare calcoli, dopo avremmo Modena e Varese che sulla carta non sono proibitive ma dobbiamo solo pensare a sabato. Ci vorrà grande intelligenza e sarà fondamentale a casa almeno un punto».

A livello personale, che bilancio fai della tua stagione?
«Diciamo che ho disputato la stagione migliore da quando sono qui. Nel primo anno ero stato positivo ma sai, poteva essere anche la novità. Nella passata stagione ho avuto qualche difficoltà ma grazie al sostegno della società ne sono uscito bene, migliorando sia caratterialmente che tecnicamente. Quest’anno ho dato una mano alla squadra, sono felice del mio rendimento ma non voglio vanificare tutto in queste ultime tre gare».

Trenta gennaio 2015, arriva l’annuncio dell’acquisto del tuo cartellino da parte della Juventus: cosa hai pensato in quei momenti?
«E’ come un sogno che si realizza, in tutti i sensi. Sapendo da dove sono partito e tutti i sacrifici che ho fatto per diventare quello che sono. Sono partito dalla Promozione a 16 anni, ho fatto tutte le categorie e sono riuscito a realizzare un sogno. Cosa posso chiedere di più? Conosco il mio punto di forza che è sempre stato il lavoro quotidiano, non conosco altre srade. All’inizio ero incredulo, lo ametto e ho chiamato subito papà. E’ stato lui a non farmi mollare mai, mi ha aiutato nei momenti difficili e senza di lui ora non sarei qui. E’ stato davvero fondamentale per la mia crescita, usando sia il bastone che la carota».

A chi vanno i tuoi ringraziamenti per il traguardo raggiunto?
«A tante persone, da solo non sarei riuscito a fare nulla. Iniziamo da Mauro Rosin che mi ha preso dal nulla, puntando forte su di me. Nadir Brocchi a Lumezzane è stato come un padre, mi ha dato grande fiducia. Leonardo Cortiula con cui ho un grandissimo rapporto, mi ha insegnato molto anche dal punto di vista mentale, è stato sempre molto disponibile con me. Senza dimenticare la società che mi è stata vicina nei momenti difficili come nella passata stagione quando ricevetti quella squalifica: da un’altra parte avrebbero cambiato il portiere ma qui è diverso. Vale molto l’aspetto umano e sia il Presidente che il direttore Cozzella mi sono sempre stati vicini, privilegiando la persona prima che il calciatore».

Ora cosa vedi nel tuo futuro?
«Il futuro passa tutto da queste ultime tre gare. Voglio dare il mio contributo per la salvezza, lo vogliamo tutti. E’ normale che tutti i giocatori hanno delle ambizioni, io stesso ne ho e spero di raggiungere. Giocare in serie A sarebbe la coronazione di un sogno che hanno tutti e che posso aver il privilegio di coronare. Pensare al futuro adesso però sarebbe sbagliato, pensiamo prima alla Ternana».

Un pò ti eletrizza il pensiero di poterti allenare con un’istituzione come Buffon?
«E’ normale averla, stiamo parlando del miglior portiere del mondo. Ha avuto una continuità mostruosa in questi vent’anni, sarebbe fantastico potersi allenare anche una sola settimana con lui. Guardarlo mentre si allena varrebbe tanto, poter immaginare quelli che sono i suoi segreti, fantastico».

Tra Casillas e Buffon chi scegli?
«Sono entrambi due ottimi portieri, credo che abbiano avuto anche un percorso abbastanza simile avendo iniziato molto giovani. Uno nel Real l’altro nel Parma, avevano impressionato sin da giovanissimi. Credo che Buffon abbia avuto meno bassi durante la sua carriera rispetto a Iker che reputo comunque un campionissimo. Quello che apprezzo di loro è la capacità di rialzarsi nelle difficoltà, hanno grandi qualità umane oltre che tecniche. Per essere un campione serve una grande forza mentale».

 

Exit mobile version