2014

Teramo, Lapadula: «I miei gol per portare in alto la squadra. Coda non è una sorpresa»

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Il forte attaccante torinese protagonista nell’ottimo avvio del Teramo

Giovani e forti, con una grande voglia di dimostrare. Nell’ultima domenica l’attaccante del Parma Massimo Coda ha rubato la scena, decidendo la gara contro il Chievo Verona. Per cercare delle ottime risorse per il nostro campionato basterebbe dare maggiore attenzione anche alla nostra Lega Pro, una categoria che può annoverare società di grande blasone oltre che con giocatori dall’ottimo potenziale. Uno di questi è sicuramente Gianluca Lapadula, attaccante torinese classe 90′. Sabato ha deciso la gara con il Gubbio con una doppietta d’autore che lo porta a quota quattro reti in cinque gare. Lapadula è stato il colpo messo a segno dall’ambizioso Teramo in estate che lo ha prelevato dal Parma dopo l’ottima stagione al Nova Gorica, proprio in coppia con Coda. Lapadula si racconta in esclusiva per Calcionews24.com.

Gianluca,nonostante la tua giovane età hai avuto diverse esperienze in carriera. E’ la tua migliore partenza di sempre?
«No, anche a San Marino segnai quattro gol nelle prime cinque uscite. Sicuramente le cose stanno andando bene, sopratutto perchè i miei gol sono serviti alla squadra per arrivare a tre vittorie consecutive. Siamo contenti ma dobbiamo lavorare molto, questo è un campionato di ottimo livello».

In estate eri stato cercato da diverse formazioni, come il Pisa. Perchè hai scelto Teramo?
«Sono rimasto subito impressionato dalla dirigenza, mi ha chiamato anche il tecnico Vivarini dimostrando di credere molto in me. E’ vero, c’erano stati anche altri sondaggi come con il Pisa ma è stato anche un discorso tattico, loro giocavano con il 3-4-3 mentre il Teramo adotta un modulo di gioco perfetto per le mie caratteristiche. Ci sono stati degli aspetti tattici e contrattuali che mi hanno fatto protendere per questo tipo di scelta e sono contento di far parte di questo gruppo. Poi anche i tifosi mi hanno accolto bene, è stato importante».

Hai fatto riferimento prima ad un campionato di livello, credi che sia stata una scelta intelligente quella della Lega Pro unica?
«Si basta pensare ai nomi, alcuni hanno poco a che fare con questa categoria. Credo che questo sia quasi un campionato di B, le avversarie sono tutte forti ma noi veniamo da un momento molto positivo e speriamo di continuare su questa strada».

Sei un giocatore di proprietà del Parma, speri di vestire la maglia crociata in futuro o magari di salire di categoria?
«Devo essere sincero, sono cresciuto nel Parma ma non mi hanno mai dato la possibilità di fare il raduno. Non dico che dovevo essere in rosa ma almeno provato. Evidentemente non credono in me o non mi ritengono utile al loro progetto. Al Parma mi legano ottimi ricordi e la stima del direttore Francesco Palmieri che ha sempre creduto in me. E’ normale che un giocatore ambisca al salto di categoria, a giocare sempre ai massimi livelli. Adesso penso a fare bene qui, sono venuto con grande voglia e determinazione».

Coda ha rubato le prime pagine dei giornali con la sua storia, tu lo conosci bene..
«Si, Massimo per me non è una sorpresa. E’ un attaccante molto forte in area di rigore, l’anno scorso ci trovavamo molto bene in campo al Nova Gorica. Per caratteristiche tecniche siamo compatibili e infatti i risultati si sono visti: lui ha segnato 18 gol, io 14 e abbiamo vinto una coppa di Slovenia. Sono contento per lui perchè se lo merita, è un ragazzo serio con dei principi importanti per chi vuole sfondare. Oltre che un ottimo attaccante, Massimo è una grande persona, questo vorrei sottolineare. Può diventare un esempio per molti, con grande voglia e ambizione si possono raggiungere certi obiettivi».

In questi quattro gol c’è tutto: potenza, precisione, abilità nei calci piazzati. Dove pensi di dover migliorare?
«Nel trovare continuità, è la cosa più difficile. Non mi voglio fermare, la prossima partita è sempre quella più importante. L’anno scorso mi sono sacrificato in un ruolo non mio da esterno, qui invece posso rendere al meglio e voglio sfruttare questa grande occasione».

Prometti di arrivare in doppia cifra ai tifosi?
«Non mi piace fare delle promesse. Parlerà il campo, io voglio solo segnare e dare una mano alla squadra per arrivare più in alto possibile. Ho accettato la proposta del Teramo con la voglia di mettere dentro tanta cattiveria agonistica sia in campo che negli allenamenti».

Fino all’obiettivo paly-off?
«Pensiamo ad arrivare alla quota salvezza, poi se ci troviamo in ballo penseremo ad altro, un passo alla volta».

Con Dommarumma formi una delle coppie di attacco più temibili del girone?
«Alfredo è veramente forte e sopratutto un grande professionista, si allena con una intensità pazzesca. Ma non solo lui, anche Andrea Bucchi è un giocatore importante che meriterrebbe di più per come si allena. Siamo un bel gruppo unito e vogliamo arrivare in alto».

Hai qualche rito o scaramanzia prima di giocare?
«No, la scaramanzia è qualcosa per i deboli. Io prima di giocare prego perchè sono credente».

Avevi avuto un grande occasione con il Cesena ma sei stato penalizzato da un infortunio. Hai avuto la forza di crederci sempre e ti sei rialzato. C’è qualcuno che vuoi ringraziare in particolar modo?
«La mia famiglia, sembra banale ma non lo è. Loro non ci sono quando le cose vanno bene, nel senso che mi lasciano godere in tranquillità ma ci sono sempre stati quando ho avuto delle difficoltà. Siamo una famiglia molto unita e sono fortunato in questo senso, rappresentano la mia forza e senza di loro non mi troverei dove sono arrivato. Con il Cesena ero partito bene ma adesso non voglio guardarmi indietro, la stagione al Nova Gorica mi ha rilanciato e adesso voglio portare il Teramo più in alto possibile».

FOTO COPYRIGHT: TERAMO CALCIO

 

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