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Teo Teocoli: «Vi racconto lo scudetto del Napoli di Felice Caccamo»

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Teo Teocoli è uno dei tifosi del Milan più appassionati che il mondo della tv abbia. L’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera l’ha fatta però indossando i panni Felice Caccamo

Teo Teocoli è uno dei tifosi del Milan più appassionati che il mondo della tv abbia. L’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera l’ha fatta però indossando i panni Felice Caccamo, giornalista napoletano con la giacca azzurra, capace di produrre racconti su racconti. Ecco quelli relativi a questi giorni di festa scudetto.

TEOCOLI – «Chi, ‘o milanista? Se si avvicina a casa mia gli sparo. Il Milan alla ventottesima giornata di campionato non doveva piazzare 4 gol al Napoli allo stadio Maradona. Non si può fare una cosa del genere, non dovevano permettersi. Ma hanno vinto solo perché Osimhen era infortunato. Che poi, se si metteva quattro maschere in faccia, poteva tranquillamente essere scambiato per Leao. Mancava solo una frittatina in testa e il travestimento era perfetto».

LA MOGLIE FESTEGGERA’ LO SCUDETTO – «E che ne saccio, a tavola non parliamo da 14 anni».

PESAOLA – «Già, ce l’ho ancora nel cuore e durante i festeggiamenti andrò a Mergellina dove ho buttato personalmente le sue ceneri in mare. Quando ho aperto l’urna aggio ditto: vai Petisso, sei nei nostri cuori e resterai per sempre qui a Napoli. Ho buttato le ceneri e nu caspit’ ‘e vento ‘e grecale me le ha sbattute in faccia. E lì ho capito che non mi voleva abbandonare. Ho pianto ed ho iniziato a cantare: Chist’è ‘o paese d’ ‘o sole…».

BRUSCOLOTTI FESTEGGERA’ LO SCUDETTO – «Certo. Ha più di 70 anni ma gioca ancora. Mi viene sempre a trovare. Con lui ricordo che ho fatto tanti viaggi di non ritorno. La prima volta quando, anche con Pesaola e Ferlaino, siamo andati a Milano: è stato un disastro. É iniziata una discussione al casello di Napoli. Io nemmeno sapevo che c’era l’autostrada, mi è stato detto all’ultimo momento. Abbiamo chiesto al casellante, e chillo ha ditto: è facile, sempre dritto, però dovete pagare il pedaggio. Pagare? Ma va fan… Allora abbiamo preso un casello laterale dove c’erano meno macchine, ma era chiuso: scusi, ho chiesto, ma come mai non si può passare? E quello mi ha risposto: questa è casa mia. Capito? Aveva unito due caselli e si era fatto un appartamento con bagno, corridoio, sala da pranzo. Alla fine siamo riusciti a scappare senza pagare, alla velocità supersonica di 30-35 all’ora con la Duna. Direzione Napoli-Roma-Firenze-Bologna-Verona-Brennero. A quel punto siamo tornati indietro, ma Bruscolotti, che faceva da navigatore, ha sbagliato un’altra volta e abbiamo fatto Salisburgo-Cipro e Milano manco l’abbiamo vista».

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