Tavecchio: «Per la Nazionale avevo chiamato Capello prima di Ventura» - Calcio News 24
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Tavecchio: «Per la Nazionale avevo chiamato Capello prima di Ventura»

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Carlo Tavecchio

Fabio Capello poteva diventare il CT della Nazionale, lo rivela l’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio. Le sue parole

L’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio ha rilasciato un’intervista a Repubblica per presentare la sua candidatura al Comitato Regionale della Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti. Ecco le sue parole.

RITORNO – «Avevo abbandonato l’idea di potermi occupare di calcio, fatto salvo per la mia squadretta, che ho dal 1974 e che quest’anno è in Eccellenza. Ma vari consiglieri regionali mi hanno pregato di riprendere in mano la situazione, visti i problemi personali dell’attuale presidente. Ma soprattutto perché la Lombardia è ormai considerata quasi come un comitato provinciale, non come la regione più importante d’Italia, con 170 mila tesserati, 1500 società, che versano una barca di soldi alla Lega Dilettanti».

CONTE – «La mia sfortuna è stata la mia filosofia brianzola: se avessi tenuto Conte, pagando di più, penso che avrei ottenuto tante cose. Ma non era nel mio stile passare da una cifra consistente a un’altra. E quindi non potevo pensare di mantenere questo tipo di rapporto, anche se avevo ottenuto un grosso importo dalla Puma per provare a tenere Conte».

NAZIONALE – «Prima di Ventura chiamai Capello, era lui la mia prima scelta. Ma con gentilezza e stile mi fece capire che non faceva per lui. La seconda scelta fu Donadoni, la terza il duo Ventura-Lippi, ma quando furono sollevati dubbi di compatibilità per il figlio procuratore, Lippi rinunciò. Tutto questo percorso però fu fatto con il placet del presidente del Coni Malagò. Poi, quando la barca non va bene scendono tutti».

DIMISSIONI – «Il giorno dopo erano lì tutti come corvi per commissariare la Federcalcio. Ma non mi sarei mai dimesso se la Lega Dilettanti mi avesse sostenuto. Invece mi chiese di allargare le alleanze. Ma che voleva dire? Chiesi ai membri del Club Italia di dimettersi, loro ritennero corretto non farlo e allora mi dimisi io, trascinando tutti con me. Ma io mi sono dimesso e ho convocato l’Assemblea elettiva: sono quelli dopo di me che non sono stati capaci di trovare una governance facendo commissariare la Federazione. Io l’avevo lasciata non commissariata».

LOTITO – «Abbiamo rapporti saltuari, restano l’amicizia e il rispetto, ma non l’ho più seguito».

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