Gela, nasce in Sicilia un centro federale - Calcio News 24
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2017

Gela, nasce in Sicilia un centro federale

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Carlo Tavecchio e la Figc vogliono rilanciare questa parte di Sicilia: non solo campo, ma anche educazione sportiva

Su un lato c’è il mare di Sicilia che volge lo sguardo all’Africa, gravido di onde; sull’altro lato le palazzine a quattro piani stile anni ’60, la cui decadenza tradisce l’idea di come il tempo, da queste parti, si sia fermato. Dentro il rettangolo verde, tornato rigoglioso, tirano calci a un pallone ragazzi e ragazze, locali e rifugiati, un centinaio in tutto. Benvenuti a Macchitella, «villaggio» satellite di Gela tirato su mezzo secolo fa da un’intuizione di Enrico Mattei per dare un tetto a dipendenti e manager di uno dei poli petrolchimici più imponenti d’Italia. Nel frattempo la crisi industriale ha divorato pure questo territorio di frontiera, tanto che Eni è al lavoro per riconvertire la mega-raffineria sul solco della green economy. Impresa titanica, sembra proprio che la rassegnazione sia il leitmotiv della gente del luogo. Qui dove la disoccupazione raggiunge il 25%, le priorità sono altre, ma la valenza sociale ed educativa del calcio può e deve essere cavalcata. L’ha capito la Figc che ha deciso di aprire proprio a Gela uno dei centri tecnici federali del progetto più ambizioso del programma presidenziale di Carlo Tavecchio: ricostruire la base del movimento riducendo la dispersione dei talenti.

NON SOLO AGONISMO – Forse non nasceranno nuovi Totti o Del Piero, ma almeno si sta dando un’opportunità in più a chi vuole rincorrere un sogno. Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, la struttura inaugurata ieri rappresenta l’esempio perfetto della mission nazionale, che non è solo tecnica. Non a caso, oltre ai calciatori tra i 12 e i 14 anni (e le under 15) pescati nelle società dilettantistiche della zona, ogni settimana si alleneranno i giovani degli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che in Sicilia sono particolarmente numerosi, nell’ambito del progetto di integrazione «Rete!». Tutti vestiti coi colori azzurri della Nazionale. «Questo centro — rivendica Santino Lo Presti, presidente del comitato regionale Figc — abbatterà le barriere culturali». Anche per questo il Comune di Gela ha concesso l’impianto in comodato d’uso.

PIANO NAZIONALE – A regime saranno 200 i centri tecnici federali sparsi sul territorio, con un investimento complessivo di 9 milioni annui per la Federazione, l’impiego di 1200 tecnici e il coinvolgimento di 15mila ragazzi e 5mila ragazze. La road map è scattata un anno e mezzo fa, entro fine mese si toccherà quota 30 strutture. «I risultati li vedremo nel medio-lungo termine sul piano agonistico ma abbiamo notato già grande entusiasmo da parte di dirigenti, tecnici, giocatori e anche genitori, che sono parte integrante dell’attività. Abbiamo l’ambizione di voler formare non solo i talenti ma anche i futuri cittadini di questo Paese», spiega Vito Tisci, presidente del Settore giovanile e scolastico della Figc che è, assieme al segretario Vito Di Gioia, il motore di un’iniziativa che vede come coordinatori Maurizio Marchesini (tecnico) e Gian Piero Persichetti (organizzativo) e una commissione a quattro a dare gli indirizzistrategici, formata da Viscidi e Rocca (per i maschi), Amendola e Sbardella (per le femmine). C’è un dispiegamento di risorse umane senza precedenti, perché non si cerca soltanto di allenare i talenti ma anche di formare i tecnici sul territorio e di educare genitori e figli al fair play in campo e alle buone norme di comportamento fuori, dall’alimentazione alla salute. Non a caso negli staff di ciascun centro figura anche uno psicologo. È un movimento che si vuole ricostruire dalle fondamenta.

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