2018

La furia di Tavecchio: «Tutta colpa di Malagò»

Pubblicato

su

Carlo Tavecchio ha rilasciato una lunga intervista in cui ha affrontato diversi temi, dalle sue dimissioni fino al futuro della FIGC

L’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio ha rilasciato una lunga intervista a Dagospia nei tre giorni che precedono la nuova elezione federale. Tavecchio riparte dal post Svezia: «I tifosi si aspettavano un’assunzione di responsabilità subito, così davanti alla sordità dei responsabili tecnici mi sono dimesso io. Ma non ho mai studiato una tattica e non ho mai tirato un rigore. C’era chi non vedeva l’ ora che lasciassi il posto libero. Le dichiarazioni di Malagò da Fazio? Una cosa inaudita, irrituale. Quante federazioni avrebbero dovuto essere azzerate dopo insuccessi sportivi? L’atletica non vince mai niente, altre discipline ai Mondiali non ci vanno mai. Un colpo di spugna per mettere le mani sul calcio, buttando via ciò che di buono era stato fatto».

Una federazione che a detta di Tavecchio adesso è in salute grazie a lui e di cui elenca i successi: «Chi ha portato quattro squadre in Champions League con un ritorno minimo di 150 milioni? Chi ha inserito nel board di Fifa e Uefa dirigenti italiani come Evelina Christillin e Michele Uva? Chi ha ottenuto gli Europei Under 21 e quattro partite del prossimo Europeo itinerante a Roma? Chi ha introdotto il Var, primo Paese in Europa? Chi consegnerà al prossimo presidente una liquidità disponibile di 100 milioni di euro? Se è vero che nel bene e nel male le responsabilità sono del presidente, mi assumo anche queste, anzi le rivendico. E lo sa perché contiamo qualcosa a livello dirigenziale dentro la Fifa e dentro l’Uefa? Perché ero stato grande elettore di Gianni Infantino alla Fifa mentre Malagò insisteva perché votassi lo sceicco Al Khalifa; perché avevo sponsorizzato Aleksander Ceferin all’Uefa quando non se lo filava nessuno. Gli altri non ne hanno azzeccata mezza».

Ma Tavecchio ha un colpevole: Malagò e il Coni

Ma un colpevole c’è secondo Tavecchio e il dito lo punta contro Malagò e il Coni: «La Federcalcio è il fulcro dell’ economia sportiva, potrebbe stare in piedi da sola. Tutti gli altri no. La Serie A paga da sola 1 miliardo di tasse all’ anno; il calcio muove un giro di scommesse di 6 miliardi a stagione. Se non inserisci il campionato nei pronostici non scommette più nessuno. Eppure ci penalizzano. Il Coni in questi anni ha continuato a ridurre i contributi, passati da 70 milioni a 30. Eppure il pallone fa gola a tutti. La prospettiva di Malagò evidentemente era di arrivare a mettere le mani su questo pacchetto, su questa fonte di energia economica e sportiva. Non è colpa di nessuno se il calcio rappresenta la più importante disciplina seguita dagli italiani. Di chi è la colpa per i ritardi dei campionati cadetti? Il collegio di garanzia del Coni inventato dopo Calciopoli nel 2006 ha sempre creato problemi. Eppure la giustizia interna alla federazione aveva sempre consentito ai campionati di partire in orario e in regola. Una riforma è fondamentale, bisogna staccarsi dal Coni almeno per la giustizia sportiva».

Il futuro della FIGC secondo Tavecchio

Infine un commento su Gravina e il futuro: «Gravina è un dirigente avveduto, un uomo che da almeno vent’anni si occupa in prima linea di calcio. Uscire da questi otto mesi di commissariamento Coni che si commentano da soli è liberatorio; il calcio agli uomini di calcio. Con programmi che non mi sono nuovi. Il campionato di Serie A a 18 squadre che non si farà, la Serie B a 20 squadre, spazi maggiori per creare una Nazionale più competitiva. E poi cura dei vivai, giustizia sportiva da riformare. Erano semplicemente gli obiettivi che avevo presentato pubblicamente all’inizio del mio ultimo mandato. Quello finito la notte di San Siro e in tivù da Fazio. Ma il tempo è galantuomo».

Exit mobile version