2017

Tatarusanu e l’Europa: «Fiorentina, puoi ancora farcela. Hagi…»

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Ciprian Tatarusanu parla della Fiorentina, della sua Romania e della concorrenza: «Il mio obiettivo è fare sempre meglio»

Aveva il posto garantito, ma in realtà l’arrivo di Marco Sportiello ha messo la sua supremazia in pericolo. Eppure Ciprian Tatarusanu non è preoccupato. Come ha confermato a “Il Corriere dello Sport”, il portiere della nazionale rumena dice la sua sulla competitività e sulla concorrenza alla Fiorentina. Qualcuno pensa che l’arrivo di Sportiello abbia fatto emergere in maniera decisa le sue qualità, rendendola persino migliore, ma Tatarusanu non ci crede: «No, perché tutti quelli con cui lavoro sanno che mi sono sempre comportato con grande professionalità. Il mio unico obiettivo è fare sempre meglio, senza limiti». Dunque il dualismo non la spaventa. «Se avessi avuto qualche dubbio, magari me ne sarei andato prima che Marco arrivasse».

CRITICHE – In passato, spesso sono state messe in evidenza quelle sbavature che in una gara possono emergere. Ma qual è il suo giudizio di se stesso? «Secondo me ho giocato bene, fermo restando che ci si può migliorare sempre e che non ci si deve accontentare mai». Eppure qualche fischio, la domenica, lo deve aver sentito anche lei. Soprattutto per qualche rinvio non riuscito alla perfezione. «Certo, anche perché giustamente i nostri tifosi sono esigenti. Ma se nell’arco di una partita giochi 50 palloni e ne sbagli 2 va bene, a conti fatti. La percentuale è comunque ampiamente positiva». Le critiche, dunque, non la spaventano. «Venivo criticato anche quando ero alla Steaua Bucarest eppure lì vincevo tutto». E’ sempre stato così, serafico e inattaccabile, oppure lo è diventato? «Sono dell’idea che un portiere, più di ogni altro, deve essere impermeabile a tutto, applausi e critiche».

OBIETTIVI FUTURI – Coppa Italia o Europa League? «Non faccio distinzioni, anche perché si tratta di traguardi comunque più alla portata. Per vincere lo scudetto, invece, è un pochino più complicato (ride, ndr)». La missione sesto posto per Tatarusanu è davvero possibile? «La nostra battaglia è appena iniziata. Siamo reduci da due vittorie e nel mezzo c’è stato il pareggio a Bergamo con l’Atalanta che vale tantissimo, per i punti e per il morale. Io credo che il sesto posto sia alla nostra portata e faremo di tutto per prendercelo. Siamo consapevoli che i primi ad essere artefici del proprio destino siamo noi. Il primo obiettivo deve essere quello di mettere insieme il maggior numero possibile di vittorie, poi faremo i conti. Nel campionato italiano, una grande squadra deve puntare sempre al massimo, ai 3 punti, perché coi pareggi vai poco lontano e alla fine puoi anche rischiare grosso».

ROMANIA, MON AMOUR – A Firenze sono passati diversi giocatori romeni, da Lacatus a Lobont senza dimenticare Mutu. Lei dove si colloca? «Non saprei, l’unica cosa di cui sono certo è che io voglio vincere qualcosa a Firenze». Dalla Romania, qui a Firenze è arrivato Ianis Hagi figlio d’arte dotato di un piede vellutato. Lei è un po’ suo zio? «No, non sono così vecchio (ride, ndr). Meglio se si dice che sono il suo migliore amico: è un giocatore bravissimo, con una educazione straordinaria, segno distintivo della famiglia in cui è cresciuto». Secondo lei dove può arrivare? «Lontano, molto lontano». Ha le stimmate del campione al di là della paternità d’arte? «Sì, fin qui ha giocato poco con noi ma sta crescendo e presto lo conosceranno anche i tifosi della Fiorentina. Ha qualità e determinazione per riuscire ad imporsi sul palcoscenico del calcio italiano». Quali i suoi migliori romeni che giocano in Italia? «Io. No, battute a parte, ce ne sono tanti, da Radu a Chiriches fino a Stoian». E in nazionale come procede il cammino verso il Mondiale? «Non benissimo. Nell’ultima gara giocata, contro la Danimarca, siamo stati protagonisti di un primo tempo praticamente perfetto, mentre nella ripresa siamo calati». Ci crede nella qualificazione? «Ci batteremo fino all’ultimo, pur consapevoli che non sarà facile strappare il secondo posto nel girone e che comunque il cammino è complicatissimo. Di certo, non ci daremo per battuti in partenza, anche se dovremo fare qualcosa di davvero importante per cercare di volare in Russia».

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