Sydney FC, Del Piero: ?Resto qui. Juventus e futuro..? - Calcio News 24
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Sydney FC, Del Piero: ?Resto qui. Juventus e futuro..?

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SYDNEY FC DEL PIERO – Intervista speciale per Alessandro Del Piero, che questa volta è stato tartassato di domande da una “giornalista d’eccezione” de La Gazzetta dello Sport: Josefa Idem, che come l’ex campione della Juventus ha scelto di trasferirsi in Australia, lei però per un mese. Impossibile che l’attuale attaccante del Sydney FC non parli di Juventus: «La Juve in questo momento è un passo avanti, ma nonostante gli 8 punti di vantaggio dovrà stare in allerta e combattere perché le squadre avversarie sono ottime. Non amo fare paragoni perché ogni squadra ha la sua identità. Indubbiamente la Juventus di oggi ha grandi qualità. Non sono sorpreso in quanto le condizioni attuali sono frutto di un percorso che non è nato ieri. Mi sembra che non ci sia nulla di improvvisato in questa programmazione», ha dichiarato “Pinturicchio”, a cui sarebbe piaciuto giocare un Mondiale in Brasile: «Il Brasile ha vinto più Mondiali, è una Nazione calcistica che merita grande rispetto per ciò che ha fatto e sarebbe una grande emozione giocare un Mondiale lì».

Non è stato semplice per Del Piero passare dalla realtà di Torino a quella di Sydney: «All’inizio eravamo molto presi dal cambiamento, che è stato totale perché Sydney, con 5 milioni di abitanti, è la città più importante dell’Australia, e ovviamente è molto diversa dalla Torino in cui ho vissuto gli ultimi 19 anni. Poi la città l’ho scoperta così, vivendola da straniero, girando per le strade. Mi sono accorto che l’atmosfera è molto rilassata e genuina. Il calore che ho ricevuto è stato lo stesso dell’Italia, anche se cambiava nei modi e nelle fonti. È molto bello quando incontro degli italiani, in giro oppure al campo dove ci alleniamo, aperto al pubblico: mi fermano, mi ringraziano per essere venuto a giocare nel loro Paese d’adozione. Io, a volte, sono anche un po’ in imbarazzo perché non penso di aver fatto chissà cosa. Comunque sono bellissimi i racconti di come hanno vissuto le imprese della Juve del passato qui, dall’altra parte del mondo, di come per via del fuso si alzavano alle 4 per vedere le nostre partite. A volte mi mostrano le foto dei loro viaggi a casa. Sono storie diverse rispetto a quelle che mi raccontavano in Italia, ma non per questo meno importanti: in egual misura delineano ciò che il calcio mi ha dato. Avverto molto amore per il calcio nella gente».

Sul calcio in Australia ed il momento del Sydney, il numero 10 ha spiegato: «Non è lo sport numero uno. Ma poi scopri che ce l’hanno nel Dna e lo dimostra anche il fatto che ci seguono sempre più persone. Dove un tempo in media venivano 7 mila spettatori oggi raggiungiamo anche punte di 36 mila. Nonostante le sconfitte? Mannaggia, sì. Avremmo fatto volentieri a meno. Ma vengono lo stesso allo stadio e c’è molto fair play: non siamo mai usciti tra i fischi. Se ci arrendessimo, se non ci impegnassimo, sarebbe diverso. Se la prenderebbero, eccome. Ma vedono l’agonismo, la competizione, percepiscono che siamo in gioco. Allora ci sta anche la sconfitta, e rimane il supporto. Quanto alla società, lì sono molto esigenti, ma al tempo stesso non ci sono grandi patemi attorno ai cattivi risultati che, figuriamoci, a noi giocatori per primi stanno stretti. Preoccupati? Non è il termine giusto. Non ne siamo felici, ovvio, ma restiamo ottimisti anche perché il campionato qui è  molto diverso rispetto al nostro. Ci sono soltanto dieci squadre, non ci sono retrocessioni e al termine del primo round in sei vanno ai playoff e si riparte tutti da zero. Dobbiamo darci da fare, su questo non c’è dubbio, ma dal momento che la classifica è corta nulla è compromesso».

Sulla scelta, invece, di giocare proprio con il Sydney Fc, dall’altra parte del mondo, Del Piero ha chiarito: «Forse l’ho scelta proprio per quello, perché è dall’altra parte del mondo. È stato per il cambiamento totale, dal punto di vista sportivo, ma non solo. Abbiamo visto cose bellissime, anche con i nostri figli con cui abbiamo girato per scoprire gli animali tipici dell’Australia, per vedere la natura. Poi, e questa è una strana scoperta, più giri, più sei meravigliato, e più ti rendi comunque conto che l’Italia è il Paese più bello del mondo. Quel che c’è in Italia non c’è da nessuna parte. Le spiagge, la cultura, la geografia splendida con le montagne che toccano il mare. Poi penso a città come Firenze, Roma, Venezia: inarrivabili! È un peccato che il nostro Paese attualmente non venga vissuto bene. I miei figli più grandi — si fa per dire, il più grande ha soltanto 5 anni — frequentano l’asilo e già lì fanno attività sportiva. Sarà perché dai primi passi respirano aria di sport, sarà perché qua c’è quasi sempre bel tempo, non lo so, fatto sta che è proprio bello vedere tutto questo movimento».

La bandiera bianconera chiosa poi parlando del futuro: «Mi rifiuto di pensarci. Il mio fisico regge, mi diverto ancora molto a giocare e a migliorare ogni giorno. Ovviamente coltivo altri interessi, ma non stanno diventando progetti per il futuro perché ora, per rendere al meglio, ho bisogno di stare concentrato su ciò che sto facendo. Se cominciassi a pensare che voglio fare l’allenatore finirei per entrare in campo dicendo agli altri cosa devono fare e intanto io non farei niente. Vivo il momento e al dopo ci penso… dopo».

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