2013
Sydney, Del Piero: «Juventus? Chi vince sempre nel mirino»
La bandiera bianconera, pronta a ripartire in Australia, difende la sua ex squadra.
SYDNEY JUVENTUS DEL PIERO – Sta per tornare in campo Alessandro Del Piero, alla seconda stagione con il Sydney e alla ventitreesima personale: «Non ci sono segreti particolari. E’ solo la passione che conservo. Giocare a calcio, fare quello che mi piace, è un privilegio che va onorato con dedizione e professionalità nel lavoro quotidiano», ha dichiarato l’attaccante al “Corriere dello Sport”, dove ha parlato anche dei cambiamenti nel calcio australiano: «Non posso giudicare da solo, riporto le parole del Commissioner David Gallop: aumento del 100 per cento del pubblico negli stadi, del 40 per cento negli ascolti delle pay tv, contratti rinnovati con la pay tv e con la tv in chiaro SBS che trasmetterà una partita alla settimana, crescita nella vendita del merchandising. Sono risultati incredibili, che ho verificato in tutti i campi dove sono stato: c’è un grande entusiasmo, e la voglia di andare allo stadio per godersi lo spettacolo del calcio. Se ho contribuito, come dicono, ad ottenere tutto questo, non posso che essere soddisfatto».
TRAGUARDI – Del Piero ha poi parlato delle ambizioni del Sydney e di quelle personali: «Prima di tutto, trovare una forte identità di squadra e compattezza, dopo una stagione difficile come quella appena trascorsa. Poi, partita per partita, dobbiamo centrare i play off, e giocarcela fino alla fine. Le mie personali? Continuare ad allenarmi bene e ad avere sempre l’ambizione di dare il massimo, di non accontentarmi mai. E segnare, tanto mi auguro. Perché alla gioia procurata da un gol non ci si abitua mai».
ESTATE ITALIANA – In merito alla tournée italiana e all’accoglienza ricevuta a Jesolo, Pinturicchio ha spiegato: «E’ stata una lunga onda di affetto travolgente, che ci ha sospinto per venti giorni. Qualcosa di straordinario e direi imprevedibile, perlomeno in queste misure. Quello che è accaduto a Jesolo, e in tutte le città dove sono stato in questo “tour” italiano, è l’ennesimo punto esclamativo in una storia che stiamo scrivendo insieme da tanto tempo, e che non accenna a finire. Sono davvero onorato che il comune di Jesolo abbia voluto dedicarmi un tratto del lungomare che spesso ho frequentato, da bambino, con la mia famiglia nelle giornate di vacanza. Il mio nome è al fianco di tanti grandi personaggi, mi inorgoglisce. Tutto questo non fa che consolidare il legame che si è creato con quella terra: ciò che è accaduto quest’estate è davvero speciale, qualcosa che rimane».
SERIE A – I pensieri volano poi sul campionato italiano: «So cosa vuol dire risollevarsi dopo una stagione difficile. La Roma lo sta facendo molto bene. A volte nelle squadre scatta qualcosa di strano, basta poco per cambiare marcia. Totti? Lo ringrazio per la stima e la considerazione che ha per me, pienamente ricambiato. La storia di Totti con la Roma è bellissima, sono felice per lui che continuerà sino al termine della sua carriera. E’ stata brava la società a crederci, i risultati lo stanno dimostrando. Juventus? Ho visto poco, ma sei vittorie e un pareggio nelle prime sette partite non mi sembra un bottino da buttare via. E’ normale, comunque, che chi vince per due anni di fila sia sempre nel mirino. Oggi spero di essere utile al Sydney FC, e faccio il tifo per la Juventus. Champions, situazione compromessa? Assolutamente no, è ancora tutto da giocare. Tevez? Confermo quello che dissi un po’ di tempo fa: giusto non ritirare la 10, deve rimanere un sogno di tutti. Mi pare che Tevez abbia iniziato molto bene. Gli auguro di continuare. L’Inter di Mazzarri? Si nota che la squadra ha iniziato un processo di ricostruzione solido, è in crescita».
CAPITALI DALL’ESTERO – Del Piero è intervenuto anche nella vicenda del cambio di proprietà dell’Inter e sull’arrivo di Erick Thohir: «Si tratta di un processo inevitabile: paragonandoci alle altre nazioni leader nel calcio, mi sembra che non arriviamo per primi, ma anche in Italia ci sono imprenditori in grado di sostenere lo stesso investimento. I capitali esteri possono essere una grande risorsa, se non si disperde il patrimonio di tradizione dei nostri grandi club. Se Riesco a immaginare il club nerazzurro senza Moratti? No, non vedo l’Inter senza di lui. Ma non credo che Moratti si immagini senza l’Inter, no?».
RETROSCENA E RAZZISMO – Sulla possibilità di giocare in Brasile e sul tema razzismo, la bandiera bianconera ha concluso: «C’è stata questa opportunità, con il Flamengo: sono stato onorato dell’interesse di un club così ricco di storia, ma anche di futuro, però avevo preso un impegno qui a Sydney e l’ho mantenuto. Razzismo? Penso che a molti farebbe bene trascorrere un po’ di tempo qui in Australia, in una società davvero multietnica, e si renderebbero conto di quanto sia assurda ogni forma di razzismo e discriminazione».