Editoriale

Svizzera-Italia non riaccende la luce, Brasile-Argentina spegne il calcio

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La domenica di qualificazioni mondiali ha portate in dote uno Svizzera-Italia senza reti e un Brasile-Argentina senza nemmeno calcio

Attendevamo questo Svizzera-Italia con tremenda impazienza di poter riabbracciare sensazioni ed emozioni sopite nella notte del Franchi contro la Bulgaria. Il quarto pareggio consecutivo degli Azzurri, il secondo nella corsa ai Mondiali 2022 in Qatar, si ripropone sulla falsariga di questo settembre in chiaroscuro per la nostra Nazionale.

Uno zero a zero senza luce che vale a prescindere come risultato utile consecutivo numero 36. Cifra record per eguagliare il Brasile anni ’90 e mettere nel mirino lo storico sorpasso tra un paio di giorni al cospetto della modesta Lituania. Magari però potendo festeggiare ritrovando il sapore del successo.

Anche al Sankt Jakob Park di Basilea la prestazione non è stata da buttare, sia chiaro. Le occasioni ci sono state, oltretutto in quantità decisamente superiore a quelle concesse agli elvetici di Yakin. Eppure è ancora una volta mancata la precisione negli ultimi sedici metri, al netto del rigore fallito da Jorginho (e ottimamente neutralizzato da Sommer, va detto, con quella finta di corpo che ha tratto in inganno l’italo-brasiliano).

Sul banco degli imputati un Immobile nuovamente lontano parente di quello ammirabile con la maglia della Lazio e un Berardi che ha scialacquato colpevolmente la più nitida delle chance. Finendo anche per infangare la scelta meno condivisibile di Roberto Mancini, il quale ha privilegiato l’attaccante mancino al devastante Chiesa di questa lunga estate azzurra.

Se il risultato di Basilea ci ha lasciato ancor di più l’amaro in bocca, il vero crack della domenica si è verificato in contemporanea in Sudamerica. L’attesa sfida tra Brasile e Argentina è durata infatti appena sei minuti, complice la clamorosa invasione di campo delle autorità sanitarie brasiliane che hanno imposto la sospensione del match.

Pietra dello scandalo la presenza di quattro giocatori albicelesti, accusati di aver omesso nella dichiarazione d’ingresso nel paese verdeoro di essere stati in Inghilterra nelle precedenti due settimane. Se appare difficilissimo chiarire i contorni della vicenda, ancor di più lo è salvare dalle critiche le parti in causa.

La federazione argentina “suggerendo” ai quattro giocatori di falsificare l’autocertificazione non fa una gran figura, mentre la Conmebol dal canto suo aveva autorizzato di fatto lo svolgimento della gara salvo poi lavarsene le mani a frittata fatta e rimettendo ogni giudizio alla FIFA.

E che dire delle autorità brasiliane? Tre giorni di chiacchiere senza che nessuno muovesse un dito per bloccare Emiliano Martinez, Lo Celso, Buendia e Romero. Per poi teatralmente interrompere il Superclasico de Las Americas dopo pochi minuti, spegnendo ogni residua luce di credibilità che ancora tentava di preservare il nostro amato calcio.

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