2013
Svezia, Ibrahimovic: «Ho fame di vittorie, voglio il Mondiale!»
Ibrahimovic a tutto tondo
PSG SVEZIA IBRAHIMOVIC – Zlatan Ibrahimovic vincerà il Pallone d’Oro? Lo scopriremo solo vivendo, anche perché rischia pure di non partecipare al Mondiale 2014 in Brasile, questo weekend sarà decisivo il playoff tra Portogallo e Svezia e poi capiremo chi tra Ronaldo e l’asso del PSG dovrà dire addio ai sogni mondiali. Zlatan Ibrahimovic è stato intervistato da Aftonbladet – che gli ha assegnato il Pallone d’Oro svedese – , di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni.
FAME – «Più vinco e meglio è e quindi il mio record di 8 riconoscimenti sarà sempre più difficile da battere. Perciò non mi fermo, non sono contento, voglio vincere e voglio farlo sempre di più. Sto bene al momento ma ho fame di vittorie. Ogni volta che gioco l’avversario più difficile per me sono io stesso. Voglio sempre fare meglio di quello che ho fatto prima. A Bruxelles i tifosi mi hanno applaudito e mi è parso strano ma poi li ho applauditi anch’io per ingraziarli di quel momento magico. Forse non mi succederà mai più, ma almeno una volta mi è capitato e l’ho vissuto».
PORTOGALLO? NO GRAZIE – «Mi sento bene anche in nazionale, carico e motivato. Voglio anche battere il record di gol con la Svezia per diventare capocannoniere di tutti i tempi con questa maglia. Sono anche certe piccole cose che mi aiutano a trovare sempre nuove motivazioni, a non fermarmi. Abbiamo avuto partite dure nel girone ma questo ci ha stimolato. Il nuovo stadio, la fascia da capitnao, i mondiali, tutto mi carica a mille. Siamo ai playoff e abbiamo fatto bene fino a questo momento. Il Portogallo, con la squadra e le individualità che ha, naturalmente è favorito. Ma noi siamo arrivati secondi in un girone con la Germania, che ritengo la squadra più forte d’Europa, meritiamo di più noi il Brasile»
GIUGNO – «A giugno non sapevo cosa sarebbe successo al PSG, ho detto di voler rimanere ma di solito succede il contrario. Ma poi ho incontrato il presidente Nasser Al-Khelaifi, e mi ha detto che sono il giocatore più importante per il progetto Psg e ci siamo messi d’accordo, non potrei essere più felice in questo momento. Giorno dopo giorno ci sentiamo sempre più forti. E tutti parlano di noi, gli avversari hanno un rispetto diverso nei nostri confronti, cresce l’interesse dei media e aumentano anche gli sponsor… Siamo davvero una grande squadra, adesso.
MILAN L’E’ UN GRAND MILAN – «Venivo dal Milan, che è un grandissimo club, con una lunga tradizione, Milanello, San Siro, i suoi tifosi e tutto il resto. Come parla la gente, come si comporta, perfino come cammina: tutto è grande e a un livello internazionale, al Milan. Perciò passare al PSG che non aveva ancora lo stesso splendore non è stato facile, più che altro a livello mentale. Non conoscevo bene il campionato francese e quindi mi domandavo se fosse la scelta giusta, ma poi mi sono riceduto anche perché c’è stata una crescita interna nel club, per dire adesso abbiamo pure un cuoco…»
DIVA – «Non sono un duro, però mi hanno etichettato così a inizio carriera. Ero un ragazzo e non sempre i giornalisti capivano quando scherzavo e così la gente leggeva certe cose. Non sono una diva anche se all’inizio è stata dura. Ho imparato dai miei errori, ora sto più attento, anche se ogni tanto mi concedo di parlare direttamente col cuore, quando me la sento. Sono sempre me stesso».