2017
Suso totale: così ha imparato a fare la differenza
Il colpo del talento rossonero riagguanta la Lazio e lascia invariate le speranze europee del Milan di Montella
Suso è l’uomo di Montella: era oggettivamente facile ipotizzare un Milan sulle gambe nella complessa trasferta dell’Olimpico, sul campo della diretta e temibile concorrente Lazio. Alla base le fatiche settimanali dovute alla vittoria di Bologna centrata in doppia inferiorità numerica, nonché una formazione titolare sofferente di assenze varie e rattoppata alla meno peggio. Ci ha pensato ancora una volta lui.
SUSO: UN DATO SU TUTTI – Ma andiamo con ordine e partiamo dall’incidenza che Suso ha nei risultati del Milan. Una statistica spiega il fenomeno meglio di ogni altra osservazione: delle 34 reti ad ora siglate dai rossoneri in campionato, in ben 13 – sei gol e sette assist all’attivo – c’è il piede del talento spagnolo. Il 38.2% della produzione offensiva della squadra di Montella passa da Suso: oltre un terzo del totale. E’ un dato per intenderci che si allinea a quelli dei vari Higuain, Mertens, Dzeko, Gomez ed Immobile: l’argentino entra in 20 (18 reti e 2 assist) dei 49 gol bianconeri (40.8%), il belga in 23 (16 reti e 7 assist) dei 57 partenopei (40.3%), il bosniaco in 22 (18 reti e 4 assist) dei 50 giallorossi (44%), il Papu in 16 (9 reti e 7 assist) dei 39 gol nerazzurri (41%), il centravanti della nazionale italiana in 16 (12 gol e 4 assist) dei 42 gol biancocelesti (38%). In alta classifica inarrivabile l’apporto di Icardi: l’argentino entra in 23 (15 reti ed 8 assist) dei 39 gol totali della banda Pioli, per un peso assolutamente condizionante del 58.9%.
ORA ANCHE QUANDO NON GIRA – Se in giornata non ce n’è: chiedere alla Juventus ed al malacapitato Evra nella Supercoppa di Doha. L’appunto ad oggi è sempre stato il medesimo: quando in giornata riesce ad incidere sulla gara con estemporaneità e varietà di soluzioni, alle volte però sembra estraniarsi dalla contesa e finisce per rendersi protagonista di giornate no. Dallo scenario dell’Olimpico è arrivata una risposta forte e chiara: i primi 85 minuti della gara di Suso sono tutt’altro che da ricordare. Affaticato, poco ispirato, praticamente assente: poi il colpo di cui soltanto i fuoriclasse sono capaci, quando la contesa era pacificamente indirizzata sul binario biancoceleste. Un gol da maestro: padronanza assoluta del pallone, dribbling e lucidità nel centrare l’angolo opposto nonostante la densità di difensori avversari nella mattonella di campo in cui stava agendo. Un gol di cruciale importanza nella rincorsa del Milan ad un posto in Europa League, un timbro che di fatto ne completa la traiettoria di crescita: se riesce a trovare l’acuto anche in una giornata di scarsa ispirazione complessiva, il piatto è servito.
FUTURO – Il corso del Milan passerà inevitabilmente dalla necessità di incrementare le statistiche realizzative: delle prime dieci forze del campionato, soltanto la Sampdoria segna meno dei rossoneri. E con il nono attacco del torneo è difficile giungere in porto: il lavoro di Montella dovrà giocoforza incentrarsi su una rinnovata prolificità complessiva, alla ricerca di soluzioni vincenti che possano rilanciare Bacca – sul piano del rendimento come su quello del morale – e permettere a Lapadula di ritrovarsi. In questo ambito di riflessione si incastra oltre ogni ragionevole dubbio la figura di Suso: è l’uomo che deve far saltare il banco e prendere ulteriormente per mano questa squadra. Con il suo talento, la fantasia e la varietà dei colpi, con la personalità che strada facendo sta lasciando emergere. Il sole d’Europa – per il Milan di Montella – passa da una fase offensiva più brillante e meno problematica di quanto lo sia stata finora.