2016

Suso fa a pezzi Evra, gioventù batte esperienza

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La Supercoppa Italiana va al Milan che nel complesso si è lasciato preferire alla Juventus campione d’Italia

Vince il Milan, la Juventus esce battuta da Doha dopo una tornata lunga centoventi minuti più calci di rigore: la firma sulla Supercoppa Italiana è quella di Mario Pasalic, classe ’95 che non ha tremato di fronte a Buffon nella battuta del calcio di rigore decisivo, dopo che un altro baby – il fenomeno classe ’99 Donnarumma – aveva neutralizzato il penalty di Dybala con un intervento miracoloso.

APPROCCIO BIANCONERO – Alla Juventus va riconosciuto un buon approccio alla gara: il Milan nelle fase iniziali è apparso in difficoltà, mai alle corde ma comunque indietro rispetto al gran pressing attuato a tutto campo dagli uomini di Allegri. Che hanno anche avuto le loro buone chance a disposizione, salvo finalizzarne appena una e dunque palesando scarsa cattiveria e lucidità negli ultimissimi metri. Questa fase della gara è durata una mezzora o poco meno: da allora il Milan, progressivamente, si è fatto preferire sul piano dello sviluppo del gioco, della grinta, della fase propositiva, del coraggio di giocarsela a viso aperto contro una realtà pacificamente più strutturata.

LA CHIAVE DI SVOLTA – Vincenzo Montella sta diventando un tattico finissimo: con l’uscita dal campo per infortunio di Alex Sandro – episodio che non a caso è coinciso con l’inversione di tendenza della sfida di Doha – e l’ingresso in campo di Evra, il tecnico rossonero ha spostato il baricentro del suo Milan sulla corsia destra, dove agivano Suso da una parte ed appunto l’esterno difensivo francese dall’altra. Freddo all’inizio per via di un ingresso in campo estemporaneo, poi in difficoltà strutturale contro un interprete che non può tenere in alcun modo sia per passo nel lungo che per accelerazione nel breve. Lo spagnolo ha fatto a pezzi il pluri-titolato ed accreditato Evra e lo ha fatto per l’intero arco della gara, senza soluzione di sosta: il Milan ha ragionato di fatto cedendo palla a Suso. Si passava da lì, punto. Con lo spagnolo che ha sempre risposto presente.

GIOVENTU’ BATTE ESPERIENZA – Ha risposto presente dribblando e servendo assist precisi agli attaccanti (quanti ne hai sbagliati Bacca?), rientrando sul piede forte per calciare in primissima persona, attirando raddoppi di marcatura su se stesso per poi scaricare palla ai compagni meno marcati. Ha dato fastidio anche in termini di posizione: si è piazzato tra le linee ed in una posizione intermedia tra quella pura di un esterno e quella di un trequartista classico, così mandando letteralmente ai matti la resistenza bianconera. Ha logorato la tenuta di Evra, che ha finito con il perderlo sistematicamente: nel lungo periodo, soprattutto in Italia, vincerà ancora l’esperienza. Oggi però, a farla da padrona, è stata l’irriverenza della gioventù. Da poster la scena in cui uno stremato – e per distacco migliore dei suoi – Giorgio Chiellini gli chiede di non partire più, altrimenti non lo avrebbe preso: ha sorriso anche Suso. Che però di non partire a mille all’ora sulla sua corsia non ne ha voluto sapere: ha vinto il Milan. Con merito. E’ il primo trofeo dell’era Montella, forse l’ultimo di quella gloriosa targata Berlusconi. Che, a modo suo, concede un lascito: un Milan di giovani. Irriverente, coraggioso e promettente.

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