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Real Madrid Atletico: ci meritiamo un derby ogni settimana

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Ancelotti

Il Real ha superato l’Atletico nel derby di Supercoppa Spagnola 2024: le statistiche, i numeri e il focus sull’incontro

Per la sesta volta consecutiva quando si incontrano in gare a eliminazione diretta, Real e Atletico hanno giocato i tempi supplementari, regalando uno spettacolo straordinario che ha giustamente indotto Filippo Maria Ricci su La Gazzetta dello Sport a fare questa considerazione: «Se le squadre spagnole come quelle italiane accettano i soldi dell’Arabia Saudita per portare in Medio Oriente la propria Supercoppa e incassando provano anche a promuovere il proprio calcio, il derby madrileno che valeva per un posto nella finale di domenica (oggi in campo Osasuna e Barcellona) è stato uno spot eccezionale per la Liga».

Il 5-3 dei 120 minuti ha mostrato tutto ciò che rende memorabile una partita, a partire dai messaggi contenuti nei gol. I primi due sono stati in fotocopia, su calci d’angolo battuti dai piedi buoni – per usare termini riduttivi… – di Griezmann e Modric, valorizzati dai colpi di testa molto simili di Hermoso e Rudiger. Il 2-1 di Mendy ha certamente fatto pensare su quanti difensori siano in grado di proporre un tocco d’esterno così preciso. Il pareggio, quando ancora doveva finire il primo tempo, è stato da stropicciarsi gli occhi: avanzata di Griezmann, colpo di tacco e chiusura di destro dal limite dell’area. Nel finale di gara Rudiger è stato protagonista di un autogol sfortunato e incolpevole, la palla gli è carambolata addosso sull’uscita di un insicuro Kepa. Ma il 3-3 ha detto tutta la rabbia della formazione di Ancelotti, con tiri a ripetizione di Vinicius e Bellingham, fino a quando ci ha pensato Carvajal a mettere dentro il pallone. Nelle ultime battute dell’extra-time la gara ha trovato la sua risoluzione con una deviazione di Savic nella propria porta e un tiro di Brahim Diaz negli ultimi secondi con Oblak fuori dai pali perché andato nell’area avversaria per l’assalto disperato. Due episodi che nella loro “stranezza” contribuiscono a rendere questo derby uno dei più incredibili dei tanti vissuti.

Più delle nostre parole di spettatori neutrali ammirati, valgono quelle della stampa spagnola. I titoli delle prime pagine sono conseguenti alle grandi emozioni ricevute. As scrive di partita «indimenticabile» e Marca definisce il derby «colosal» e non c’è bisogno di traduzione per averne un’idea. Ed anche l’Equipe, saluta la rete di Griezmann numero 174 con l’Atletico Madrid, che lo mette in testa ai realizzatori del club, definendo il suo exploit «un gol da leggenda»: nonostante la sconfitta, è lui a meritarsi la copertina del giornale francese, evidentemente incantato da quanto fatto altrove da un connazionale.

Premio alla migliore sintesi va dato all’incipit di un pezzo di Marca pubblicato oggi: «Se devono essere sempre così, che ci siano derby ogni settimana. Ieri è stata una festa, un divertimento che aveva tutto, per tutti e che il Real Madrid ha finito per vincere con ostinazione grazie all’ampiezza della panchina». Dalla quale Ancelotti ha fatto alzare per entrare in campo Camavinga, Guler, Kroos, Ceballos e l’ex Milan Diaz. Su Sport, invece, il giornalista Sergi Capdevila è sceso più sul concreto e ha individuato la causa della sconfitta dell’Atletico in una sorta di tara genetica (o giù di lì): «Purtroppo per l’Atlético de Madrid, nella sua storia recente il “quasi” e il “per” hanno segnato troppe volte il corso degli eventi. Non c’è dubbio che il club dei colchoneros, dall’arrivo del ‘Cholo’ Simeone, abbia fatto un passo avanti fondamentale ed evidente. Un impegno strutturale, economico e sportivo che l’ha collocato nell’élite europea. Capace di battere i migliori e di arrivare, ad esempio, a due finali di Champions League, oltre a vincere in Liga» Ma con un limite ormai acclarato: l’incapacità di vincere le finali «soprattutto con l’arcinemico Real Madrid, che rappresenta una spina nel fianco cronica».