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Supercoppa italiana Sarri: le ragioni e i torti del Comandante

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Focus sull’allenatore della Lazio Maurizio Sarri e le polemiche riguardanti la Supercoppa italiana in conferenza

Sarà una settimana appassionante, quella della Supercoppa con formula nuova, ispirata da quanto succede in altri Paesi. Il modello spagnolo ha funzionato e la formula a 4 ha esaltato il Real Madrid di Ancelotti. Sarà la stessa cosa per l’Italia con Napoli, Lazio, Inter e Fiorentina? Ecco 5 considerazioni che stanno infiammando i giorni di vigilia.

1) La bordata di Sarri. Domanda in conferenza ieri e risposta chiara del tecnico laziale: «Istigazione a delinquere la tua, sai come la penso…sai che questo è tutto fuor che sport. Prendi soldi e scappa. Prendiamo tutto quello che si può prendere in maniera miope. Andiamo a elemosinare soldi in giro per il mondo. Con tutti i problemi che ci sono nei calendari, si fa una Supercoppa a quattro. Se il calcio moderno è in questo tipo di evoluzione, sono contento di essere vecchio. La Supercoppa è un trofeo che serve all’allenatore per dire che ha vinto qualcosa, non alla società per crescere. Mi piacerebbe vincere qualcosa che serva anche al club. Detto questo, facciamo 6 mila chilometri, quindi faremo il massimo». Ovvia una riflessione (che nessuno ha chiesto, chissà se lo faranno dopo): messe così le cose, pur ammettendo che c’è un fondo di verità in alcune delle considerazioni, con che spirito i giocatori scenderanno in campo?

2) La replica a Sarri. Risposta senza alcuna tenerezza da parte de La Gazzetta dello Sport, anche tenendo conto della critiche fatte per l’orario di Lazio-Lecce alle 12.30. La firma è di Sebastiano Vernazza: «Le partite all’ora di pranzo e la Supercoppa a Riad servono anche a pagare gli stipendi di Maurizio Sarri. Che da anni si pone come il Che Guevara del pallone, un ribelle anti-sistema. Peccato che Sarri sia immerso dentro questo sistema e grazie al sistema benefici di contratti milionari. Il campionario delle scuse e delle accuse sarriane è venuto a noia. Se il calcio italiano di vertice non gli piace, torni a lavorare all’estero, magari in Premier dove è già stato e sa bene che si gioca all’una come alla sera tardi col freddo. Oppure ritorni alla purezza delle base, tra i dilettanti della Toscana, dove ha iniziato ad allenare. Con tutti i soldi che ha preso, può andare dove vuole».

3) La posizione mediana. Propone una visione un po’ più moderata il Corriere della Sera, nel fondo di Alessandro Bocci: «La verità sta nel mezzo, tra il romanticismo ormai irrealistico di Sarri e il bisogno spasmodico dei club di migliorare la competitività tenendo sotto controllo i conti». La conseguenza certa è che «la Supercoppa non ferma il campionato, ma lo frammenta ancora di più»: per un mese e mezzo vivremo con una classifica piena di asterischi, con 8 squadre che dovranno recuperare una gara e almeno ci si potrebbe porre la domanda se almeno il computer in sede di calendario non avrebbe potuto rimediare alla situazione. Con due modi non così fuori dalla realtà: fare in modo che le 4 impegnate in Arabia si affrontassero nello stesso turno. Trovare una finestra perché si disputasse solo la competizione, che avrebbe avuto così ancora più visibilità, non essendo incastrata con altre gare. Resta una considerazione, sempre proposta dal quotidiano milanese: «La Supercoppa, in programma da giovedì a Riad, potrebbe essere una Coppa Super. Tre delle quattro squadre che vi partecipano volano in Arabia confortate dalle vittorie nel week end e la quarta, la Fiorentina, ha rimontato due volte l’Udinese anche se ha perso l’occasione per puntare il quarto posto». Insomma, regalateci spettacolo ed emozioni, le potenzialità ci sono. Altrimenti finiremo per rimpiangere i bei tempi andati.

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