2015

Super League, il Basel fa 18 in Svizzera: sarà Champions insieme con lo Young Boys

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Marco Streller saluta il St. Jakob Park col settimo campionato a Basilea

Con tre giornate d’anticipo, grazie anche al pareggio a reti inviolate contro lo Young Boys, il Basilea si laurea campione di Svizzera per la diciottesima volta, diventando così la seconda squadra più titolata dell’Helvetia, staccando il Servette – che si sta giocando l’accesso in Super League contro il Lugano – di un titolo e avvicinando il Grasshopper, comunque cristallizzato a 28, sul gradino più alto del podio.

Una vittoria che consegna a Paulo Sousa gli onori della cronaca per il primo titolo in territorio svizzero al suo primo anno da allenatore in terra rossocrociata e al suo secondo campionato da allenatore, dopo quello con il Maccabi Tel Aviv dello scorso anno; vittoria impreziosita anche da Shkëlzen Gashi, l’uomo da 21 reti in 33 partite, candidamente proiettato alla vittoria della classifica capocannonieri, fondamentale mattatore di questo campionato alla sua prima esperienza col Basel, dopo il trasferimento di quest’estate dal Grashopper. 

Un campionato che significa, però, anche il settimo vinto da Marco Streller, arrivato al suo canto del cigno: questo è il decimo trofeo con la maglia del Basilea (tre coppe nazionali e sette campionati, appunto), l’undicesimo complessivo, perché a impreziosire il palmares di uno dei centravanti più forti dell’era Hitzfeld c’è anche un campionato tedesco con lo Stoccarda. Anche quest’anno, per lui, doppia cifra: 11 reti in campionato in 22 presenze, più una in Champions League. 17 presenze in campionato da capitano, da uomo di carisma, da baluardo di un reparto offensivo che ha visto emergere giovani come appunto Gashi ed Embolo, guidato con maestria e col peso dell’esperienza europea, da bandiera, soprattutto dopo il ritiro di Alexander Frei.

Una stagione che ha permesso al Basilea di raggiungere anche gli Ottavi di Champions League, un risultato storico, che nella competizione europea, da quando ha assunto questa nuova nominazione, non era mai accaduto. Un mezzo piede nei Quarti, poi, se non fosse stato per la debacle del ritorno, col Porto, e un erroraccio di Walter Samuel al St. Jakob Park, in una cornice da sogno, in uno stadio che merita un palcoscenico internazionale di grandissimo spessore. Ci riproverà l’anno prossimo, probabilmente con Sousa, probabilmente con un altro allenatore, con uno Streller in meno, con un Gashi confermatosi, con un Tomas Vaclik che ha raccolto perfettamente l’eredità lasciata da Yann Sommer ed è pronto a difendere la porta del Basel per i prossimi tre anni, con opzione per un quarto.

E a Sousa non è mancato soltanto l’apporto di Sommer, ma anche di un tale Valentin Stocker: il talentuoso esterno sinistro svizzero, passato all’Hertha Berlino, ha confermato la tradizione che vuole i mancini elvetici lontani dalla patria, ma chiaramente l’inserimento di Gashi ha coperto abilmente il buco lasciato dal talento di Lucerna. Ora la parola d’ordine è proteggersi dal depauperamento, perché tutti i campioni di questa squadra vanno preservati e tenuti pronti per il prossimo anno, per un assalto alla Champions, alla competizione dove approderà anche lo Young Boys di Ulrich Forte, che quest’anno ha dato qualche grattacapo al Napoli e che ha avuto ragione nel passaggio a Berna dopo aver lottato per un campionato a Zurigo, col Grasshopper. Forte della presenza di Hoarau e di Gonzalo Zarate, Forte ha potuto poco contro Sousa, arrivando comunque secondo, confermando la posizione a tre giornate dalla fine, anticipando la bagarre per l’Europa League, che vede protagonisti Thun, Zurigo, Lucerna, Sion e San Gallo, col Grasshopper decisamente defilato. Praticamente l’intera classifica.

Retrocessione invece che resta un interesse esclusivo di Vaduz e Aarau, con i secondi destinati a una vista poco facile, con buona pace di Vladimir Petkovic, che prima della Lazio venne chiamato per salvare il Sion proprio nello spareggio contro la squadra d’Argovia, facendoli mestamente restare confinati in Challenge League. Un appunto finale: un campionato da dimenticare per le Cavallette di Zurigo, che inanellano la più brutta delle stagioni dopo quelle che portano la firma di Ciriaco Sforza. Soltanto il miracolo dell’approdo in Europa, improbabile, potrà salvare l’annata di Tami, incapace di sfruttare un potenziale offensivo con Caio, Ngakumol e Ben Khalifa per raggiungere obiettivi ben più aulici dell’attuale ottavo posto su dieci disponibili.

Intanto il Basilea festeggia, a St. Jakob Park, salutando il suo capitano, il suo eroe, per la fine di un’era: perché dopo il saluto di Alexander Frei è il momento di salutare un altro eroe elvetico. Marco Streller, il terzo miglior marcatore della storia del Basel.

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