2013
Strama in bilico si gioca tutto: terzo posto e Coppa Italia
La commovente battaglia d’Europa League contro il Tottenham, grazie alla quale l’Inter ha sfiorato l’incredibile impresa della rimonta e quantomeno ritrovato quell’entusiasmo venuto meno negli ultimi mesi, ha riaperto una speranza per l’immediato futuro dei nerazzurri e per le sorti di Andrea Stramaccioni, sempre più lontano da una riconferma che oggi invece può ancora arrivare.
GLI ALIBI E IL CROLLO – Detto e ridetto, il giovane tecnico romano ha come parziale discolpa quella di aver costruito in estate una squadra sull’asse di centrocampo Sneijder-Guarin – all’olandese il compito di garantire qualità ad una manovra deficitaria in tal senso – salvo poi vedersi privato del fuoriclasse dopo la querelle con la società. I pesanti infortuni di Milito hanno fatto il resto, lasciando poche alternative offensive, discutibile in tal senso la scelta di cedere in prestito il promettente Livaja; l’approdo di Kovacic è interpretabile in direzione della qualità di gioco, il giovane croato ha tutti i crismi del fenomeno vero ma certamente non gli si può chiedere di vestire i panni del salvatore della patria a soli diciotto anni. Ma i numeri iniziano ad arrivare. Detto ciò, Stramaccioni ci ha messo tanto di suo nel crollo nerazzurro: le nove sconfitte in campionato descrivono solo in parte una carenza totale di gioco e identità, l’imbarazzante tenuta difensiva contro squadre decisamente meno attrezzate dell’Inter e i continui cambiamenti tattici non figli dell’abilità nel variare ed adeguarsi ad ogni situazione di gioco ma piuttosto della confusione.
SCINTILLA TOTTENHAM? – L’impresa non è arrivata solo per un soffio – basta pensare all’incredibile occasione sui piedi di Cambiasso nei minuti di recupero sul risultato di 3-0 – ma la squadra ha testimoniato di essere con il suo allenatore, smentendo del tutto le voci che indicavano uno spogliatoio oramai spaccato dalle vicende degli ultimi tempi. Ad impressionare, oltre ad una prova di assoluto livello sia sotto il profilo della qualità che della determinazione contro una squadra che all’andata aveva umiliato gli uomini di Stramaccioni, è stata l’abnegazione nella ricerca del risultato: il 4-1 di Alvarez, dopo che la rete di Adebayor aveva di fatto infranto il sogno della rimonta, non lascia dubbi sul fatto che la squadra è viva e vuole lottare in questo finale di stagione per invertire la tendenza negativa. “Una partita da cui prendere tutto il positivo e trovare la forza per risalire”, così tutto il gruppo nerazzurro in coro dopo Inter-Tottenham, come già era accaduto dopo la strepitosa rimonta di Catania a cui però non hanno seguito risultati altrettanto positivi, vedi la disfatta di Londra e la sconfitta casalinga subita dal Bologna.
DA DOVE PASSA IL FUTURO DI STRAMACCIONI – Ora la reazione deve obbligatoriamente arrivare, pena l’impossibilità di recuperare terreno in campionato e di conseguenza non centrare l’obiettivo che la società ha indicato sin dalle prime battute della stagione. La conquista del terzo posto – ultimo utile per accedere alla prossima Champions League – aprirebbe di fatto le porte alla riconferma di Stramaccioni. Con ragionata certezza. La vicenda non si svilupperebbe con altrettanta chiarezza in caso di mancato obiettivo: il presidente Moratti si troverebbe costretto quantomeno ad un ragionamento che andrebbe ad investire il complesso del progetto tecnico, dall’allenatore ai vertici dirigenziali. L’eventuale conquista della Coppa Italia potrebbe portare voti al partito di Strama, ma non andrebbe a garantire il felice esito. La sensazione forte è che, al di là delle dichiarazioni di facciata, siamo di fronte ad una vicenda dagli esiti multipli: l’Inter ed il suo tecnico sono chiamati ad un finale di stagione praticamente perfetto, se così non fosse le probabilità di un avvicendamento alla guida tecnica – con la scelta di un allenatore più navigato e certificato – aumenterebbero esponenzialmente.