2012
Stellini: “Sento ancora Conte, con Carobbio…”
STELLINI CONTE CAROBBIO JUVENTUS – Dopo aver lasciato la Juventus in seguito alla squalifica per il calcioscommesse, ora Cristian Stellini si è messo al lavoro per i profughi. L’ex assistente di Antonio Conte in bianconero, intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, ha parlato della sua nuova vita, oltre che di quanto è accaduto nei mesi scorsi: “Con Conte c’era una profonda stima professionale: gli ho mandato 2/3 sms dopo le vittorie più belle della stagione. Ha apprezzato. È d’accordo con le motivazioni del Tnas? Non è così. La data è riferita alla mia audizione in Procura federale. Al ritorno a Torino avevo detto a Conte una roba tipo “tutto chiarito, nessun problema” perché pensavo impossibile un mio coinvolgimento per AlbinoLeffe-Siena. Figuriamoci quello di Antonio. L’incontro con Carobbio? Non era per combinare la gara. Dopo la sfida di andata c’era stata una rissa. Avevo usato parole sbagliate e non volevo che il ritorno fosse una caccia all’uomo. A Carobbio avevo chiesto di spiegare questo agli ex compagni. Non c’era nessuna intenzione di illecito. C’è un video di Sky che lo dimostra. Alla fine della partita mi si vede mentre discuto con Carobbio. Ero andato a chiedergli conto del suo comportamento: perdevamo 1-0 e lui batteva le punizioni all’indietro. Quando ne ho parlato con Conte? Poco prima della sua audizione. Gli ho spiegato che cosa era accaduto. Non l’ha presa benissimo… Cosa è accaduto prima di Salernitana-Bari? Sì, avevo ottenuto di non giocarla: mia figlia doveva operarsi. Ero con la testa altrove quando mi chiedono d’incontrare Fusco e Ganci. Dico sì: sbaglio gravissimo. Dopo arriva la riunione in palestra fatta alle spalle di Conte. C’era l’intera squadra: speravo che qualcuno avesse la forza di fermare tutto, ma pure chi non era d’accordo è rimasto zitto.“
Infine, Stellini lancia un’accusa, in merito soprattutto all’attuale nozione di omessa denuncia, che secondo lui non può essere utile secondo l’attuale struttura: “Rafforza l’omertà. Meglio eliminarla oppure equipararla all’illecito: se rischio la carriera le cose cambiano. E comunque la giustizia sportiva andrebbe rivista: uno commette decine di combine, poi si pente e prende meno di un giocatore che ha sbagliato una sola volta? Non torna…“