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STATS – Real Madrid Barcellona: Ancelotti fa il tiki-taka, Xavi lo chef
Tutto sulla gara d’andata della semifinale di Coppa del Re tra il Real Madrid di Ancelotti ed il Barcellona di Xavi
Non è stato uno spettacolo esaltante quello della semifinale d’andata di Copa del Rey. Real Madrid-Barcellona ha visto prevalere gli ospiti grazie a un autogol di Militao su un’iniziativa di Kessie. Per certi versi, è come se le parti si fossero storicamente rovesciate, con il Real di Ancelotti a tenere palla – 65% il dato finale del possesso e percentuali ancor più superiori nella ripresa – e il Barça di Xavi a osservare placidamente tanto affanno. Non è bastato più del triplo dei tiri ai Blancos, che in questa stagione non avevano ancora perso al Santiago Bernabeu: Benzema e compagni non hanno mai centrato lo specchio della porta.
Neanche 11 corner hanno prodotto effetti sulla gara. Che, per la verità, non vedeva i catalani favoriti, nonostante il vantaggio in Liga di 7 punti sui rivali. Una partita ipotecata dalle assenze, come ha scritto Filippo Maria Ricci su La Gazzetta dello Sport, tale da incidere sulla condizione psicologica dell’allenatore: «Privo di Pedri, Lewandowski, Dembelé e all’ultimo minuto pure di Christensen, quattro titolari, i primi tre fondamentali, il Barça era un fascio di nervi, con Xavi esagitato ed esagerato nella mimica e nelle grida per rimproverare ai suoi i loro errori. Non esattamente il modo migliore per cercare di dare tranquillità a chi l’ha improvvisamente persa».
Xavi ha però vinto. E Marca lo ha lodato per come il suo 4-2-3-1 abbia funzionato al cospetto del 4-3-3 di Ancelotti, che disponeva di 11 titolari. La metafora scelta dal quotidiano è quella di un allenatore chef capace d’improvvisare una cucina da campo: «ha preso quello che aveva, l’ha unito ed è uscito un piatto più che dignitoso». Sottolineando che comunque non mancavano gli elementi per compiere l’impresa: «È vero che per quella cucina da campo Xavi aveva degli ingredienti stellari». Tra i quali un superlativo Frankie de Jong: «Si può già dire che l’olandese stia vivendo la sua migliore stagione da giocatore del Barça. Meglio anche di quella con Koeman in cui ha segnato molti gol. Si è assunto responsabilità per tutta la stagione e al Bernabéu non è stato da meno. I suoi cambi di ritmo per superare le linee con la palla incastrata ricordavano inevitabilmente quel giocatore dell’Ajax».