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STATS – Italia Ucraina: troppi gol sbagliati, ma gli azzurri hanno tirato e creato tantissimo
I numeri di Italia-Ucraina fanno ragionevolmente pensare che le proporzioni del divario potessero essere ben più nette…
I numeri di Italia-Ucraina fanno ragionevolmente pensare che le proporzioni del divario potessero essere ben più nette, come del resto si pensava fino al 2-0, quando in campo c’era stata solo una squadra in campo. Non che Donnarumma abbia poi dovuto fare interventi risolutivi nella ripresa, però gli errori sottoporta non hanno permesso di chiudere la sfida, tenuta in bilico fino alla fine. Gli azzurri hanno concluso quasi il triplo rispetto agli avversari (24-9), hanno confezionato 10 occasioni da rete, Locatelli ha colpito la traversa e sarebbe stato il gol del 3-1, in area di rigore sono stati ben 16 i tiri e non hanno concesso neanche un calcio d’angolo. Luciano Spalletti può essere molto soddisfatto anche del comportamento organizzativo dei suoi, con soli 5 falli commessi e tanti recuperi del pallone in zona avanzata.
Promossa dalle statistiche, anche la critica è più che convinta della bontà della prestazione del Meazza. Ivan Zazzaroni, dopo il pareggio con la Macedonia, aveva aperto il Corriere dello Sport con un titolo tra il rassegnato e il preoccupante: «Questi siamo». Nel suo editoriale odierno non si è rimangiato il concetto, svolgendolo in direzione diversa: «Sì, questi siamo. E proprio perché siamo questi dobbiamo portare in campo quella voglia di andare oltre i limiti che in passato ci permise di gioire. Avete presente l’Italia della prima mezz’ora? Proprio quella, capace di mandare in confusione l’Ucraina con la corsa, i movimenti senza palla, i cambi di gioco, l’aggressività. L’abc. L’Italia del doppio Frattesi».
Sul Corriere della Sera, Paolo Tomaselli giudica così il lavoro del Ct: «La prima vittoria non si scorda mai anche perché pesa tanto: l’Italia stavolta non si accontenta del primo gol, usa la testa e il cuore, anche se non chiude la partita. Ma contava ripartire così».
Infine, Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport approva l’operato della squadra proprio per l’identità mostrata in così poco tempo: «Chi lo ha detto che per dare un gioco, una idea, una identità a una squadra, addirittura a una Nazionale, serva tanto tempo? Spalletti alla seconda partita da c.t., dopo l’esordio opaco in Macedonia, in tre giorni ha rivoltato l’Italia cambiando uomini, grazie a scelte nette, coraggiose, significative, e con loro la faccia alla squadra, che ha mostrato intensità, carattere, mentalità offensiva, senza spaventarsi e inseguendo il gol anche sul 2-1 senza mai chiudersi».