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Stankovic: «Grande Fiorentina, Lazio-Inter e la crescita del calcio ungherese: vi racconto tutto»

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Dejan Stankovic è un doppio ex di Lazio-Inter, il big-match di domani sera, che dirà molto sul futuro delle due squadre. Con La Gazzetta dello Sport ha trattato tanti temi

Dejan Stankovic, oggi tecnico del Ferencvaros che giovedì ha pareggiato 1-1 in Conference League con la Fiorentina, è un doppio ex di LazioInter, il big-match di domani sera che dirà molto sul futuro delle due squadre. Con La Gazzetta dello Sport ha trattato tanti temi.

LA FIORENTINA«Anche l’anno scorso creava tanto e raccoglieva poco. Ma alla fine la Viola l’anno scorso è arrivata in due finali. La qualità prima o poi esce. Vivo anch’io la stessa situazione, abbiamo perso punti che non meritavamo di perdere. Siamo dietro la capolista Paksi, ma sono fiducioso perché stiamo lavorando bene, sarei molto più preoccupato se non dominassimo le gare. E poi son qui da tre mesi e abbiamo già giocato un sacco di partite con tanti infortunati, uomini chiave come Varga e Traoré. La pausa arriva al momento giusto: posso lavorare sui particolari».

MARCO ROSSI E LA CRESCITA DEL CALCIO UNGHERESE«Sì, c’è una crescita, a partire dagli investimenti nelle infrastrutture. Ogni club ha il suo stadio e il suo centro sportivo. E poi c’è Marco che sta facendo un ottimo lavoro, per la seconda volta è agli Europei. Ha cambiato la mentalità. Grazie a lui, noi che veniamo dall’Italia siamo ben visti. É la prima persona che ho chiamato, siamo in contatto stretto».

LAZIO-INTER«Parto dall’Inter. E dico la stessa cosa di quando l’ho sfidata con la Samp: fa paura. É un carrarmato. E ora ha molto meno alti e bassi, quello che fa la differenza. Barella dà il ritmo, è più concreto, alza meno le braccia. Calha e Micki sono le menti. I quinti di rado sbagliano una partita. Acerbi è un pilastro che tiene tutti nelle posizioni giuste. Forse ci si può aspettare qualcosa in più dai cambi in attacco. Ma l’Inter può arrivare in fondo a tutto».

COME FINISCE LA SFIDA«Non so, ma non sottovaluterei la Lazio. Sarà una sfida spettacolare, grazie anche ai moduli differenti. Notte bella, come è sempre stata quando c’ero io».

LAUTARO-THURAM E LA LU-LA«Diversi momenti, diversa Inter. Adesso viaggiano a una media spaventosa. Sono diversi, ora è Lautaro che fa la boa a Thuram. Il francese non corre, pattina. Se non lo fermi subito, te lo trovi in area. Coppia fantastica, qualità, velocità, senso del gioco».

SARRI, INAGHI, ITALIANO: CHE GLI PIACE DI PIU’«Italiano. Non che gli altri non mi piacciano, eh. Chapeau al maestro del 4-3-3, io ne devo mangiare di calcio per avvicinarmi. Ma mi rivedo in Italiano: per come pressa, gestisce la palla e attacca. É un tecnico da grande squadra? Assolutamente sì».

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