2018
Squadre B, è davvero rivoluzione? Per ora c’è solo la Juventus
Squadre B, si può parlare di rivoluzione del calcio italiano? La riforma stenta ad ingranare, solo la Juventus B è certa di partecipare nel prossimo campionato di Serie C
Il tema delle seconde squadre o Squadre B, che dir si voglia, infiamma, ma non troppo, la Serie A. Era stata presentata come una rivoluzione, come una cura infallibile per risollevare le sorti del movimento calcistico italiano partendo dal basso. La logica che sottintendeva una bontà dell’operazione era caratterizzata dal presentare una fase intermedia tra le squadre Primavera e i campionati professionistici. L’introduzione delle seconde squadre, dunque, doveva facilitare l’esperienza dei giovani calciatori nei campionati professionistici di terzo livello.
Ma a che punto siamo con le seconde squadre per la stagione 2018/2019? La rivoluzione tanto attesa rischia di rimanere soffocata, come sottolinea Repubblica, dalle stringenti maglie dell’estate 2018. Per adesso esse possono occupare solamente la caselle lasciate vuote dai club di C che spariranno per rinuncia o per debiti. Il criterio di assegnazione della FIGC è il seguente: prima una seconda squadra di A, poi una retrocessa dalla Serie C e infine una vincente dei playoff di Serie D.
L’unico posto fin qui praticamente sicuro è quello della Juventus B: il Vicenza, per effetto della fusione col Bassano, ha liberato il posto per la seconda squadra dei bianconeri che giocherà nel girone settentrionale di Serie C. Inter, Roma e Milan restano alla finestra, mentre per tutte le altre, come Napoli, Sampdoria, Fiorentina, Udinese ed Atalanta, se ne parlerà molto probabilmente tra un anno. Insomma, difficilmente si può parlare di una riforma epocale del calcio italiano, anche perché la linea scelta è molto diversa dal progetto iniziale. Questo, infatti, sarebbe partito solamente dalla stagione 2019/2020 con un numero certo e più ampio di posti per le squadre B.