2013
Sports Marketing 2013: Turchia, nuova frontiera dello sport business
Un mondo in continuo cambiamento, concetto ineluttabile e oramai valido per qualsiasi ambito. Krishnamurti, filosofo indiano del secolo scorso, sosteneva come la mutevolezza sia un fattore a cui niente e nessuno può sfuggire. Le persone cambiano, il clima cambia, le infrastrutture cambiano. Lo stesso, e non sono certo io a scoprirlo, accade per quanto riguarda le forze economiche di una determinata area di riferimento. I già più volte citati Brasile,, Russia India e Cina, BRIC per l’appunto, sono evidentemente il motore trainante del meccanismo produttivo di ricchezza globale, in contrasto con la cara vecchia Europa le cui storiche potenze arrancano. Soffermiamoci però sull’ultima nazione tra le suddette, la superpotenza Cina il cui titolo è sempre stato legittimato da percentuali di crescita di Pil vicini al 10%. Inutile farvi notare che , reclamando un ruolo autorevole nel fantastico mondo del calcio e non potendo far leva su un campionato competitivo, attrarne i protagonisti è stata solo una questione di vil danaro.
Marcello Lippi, Nicolas Anelka e Didier Drogba sono solo gli ultimi tra le vecchie, ma poi mica tanto, glorie che dopo una carriera costellata di successi hanno deciso di emigrare verso nuovi e dorati lidi con il semplice impegno di essere ambasciatori e, diciamocelo pure, specchietti per le allodole. Stipendi fuori mercato, progetti faraonici e tante care e belle promesse. Che se per il tecnico italiano capace di regalarci l’ultima gioia Mundial nel 2006 continuano ad essere tali, complice anche l’aver alle spalle Evergrande, colosso immobiliare asiatico, per i due ex attaccanti del Chelsea ingaggiati dallo Shangai Shenhua, il sogno è finito dopo soli sei mesi, complici i primi inghippi sui pagamenti guarda caso. Il francese è finito alla Juve, dove con tutta probabilità svernerà alla stessa maniera ma respirando ancora l’aria del grande calcio mentre l’ivoriano, diventato leggenda del Chelsea grazie alla Champions vinta praticamente da solo, è stato arruolato tra le fila del Galatasaray.
In Turchia?! Sì, proprio in Turchia. E proprio in quel Galatasaray che un paio di settimane prima aveva messo sotto contratto un certo Wesley Sneijder, mica Felice Centofanti. Ora, senza troppi giri di parole, è evidente che la grana abbondi sulle rive del Bosforo ma come come giustamente faceva notare il giornalista Luca Pisapia, autore di un articolo molto interessante sul Fatto Quotidiano, a differenza di alcune potenze orientali che investono soltanto sul nome dalle celebrities da ingaggiare, qui c’è un progetto serio.
Intanto parliamo del Club. Una vera e propria Polisportiva che schiera formazioni dai colori giallorossi in ben 11 discipline, un pò come accade per Real Madrid e Barcellona per intenderci, ed al cui vertice troviamo tale Unal Aysal. Forbes stima il suo patrimonio in circa 800 Milioni di Euro, grazie ai diversi business nel settore energetico ma non solo. L’annuale Football League redatta da Deloitte inserisce il Gala tra le 30 società più ricche d’Europa, grazie anche all’avveniristico impianto della Turk Telecom Arena. Il cui title sponsor, lo avrete intuito, è la maggiore compagnia telefonica del paese. Un trend confermato dai dati sui diritti tv della Super Lig del valore di 400 Milioni che pongono il campionato turco alle spalle dei cinque principali tornei europei.
Con un Pil che cresce mediamente del 5% annuo e la concreta possibilità di ospitare Olimpiadi e Finali dell’Europeo 2020, si può tranquillamente affermare come il prossimo mercato di riferimento, il nuovo orizzonte socio-economico, sia certamente la Turchia.
Un esempio? Le recenti sponsorizzazioni di Manchester United e Liverpool con compagnie aeree o gruppi finanziari turchi, vedi nostro post di Novembre scorso (https://www.calcionews24.com/mamma-li-turchi-sponsorship-da-mille-e-una-notte-per-liverpool-e-united-281976.html) pubblicati in tempi non sospetti.
Sponsorizzazioni mirate, what else?