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Sparwasser, l’uomo della DDR che sconfisse la Germania Ovest: «Preoccupa il ritorno di movimenti neonazisti»

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Sparwasser, l’uomo della DDR che sconfisse la Germania Ovest: «Preoccupa il ritorno di movimenti neonazisti. Ho vissuto il muro di Berlino e l’assenza di libertà, temo per le nuove generazioni»

Oggi ha 76 anni, ed è certamente l’uomo che incarna un pezzo di storia del calcio e storia politica. Lui è Jurgen Sparwasser, ovvero l’uomo che al Mondiale del 1974 organizzato in Germania Ovest decise il derby di un Paese ancora diviso in due facendo vincere la parte dell’Est, quella comunista. Per il Corriere della Sera lo ha incontrato Walter Veltroni.

LA COSTRUZIONE DEL MURO DI BERLINO – «Fu uno choc, nessuno si aspettava che nel cuore della città fosse eretto un muro di separazione. Il sentimento che regnava all’epoca era di grande ansia. Ci sono stati casi inconcepibili. Cittadini che quel giorno erano andati a lavorare e che non poterono rientrare nella loro casa. Famiglie spezzate letteralmente in due, persone che non poterono rivedere i loro cari per molto tempo»

LIBERTA’ – «Libertà è una parola della quale noi, nella Ddr, non conoscevamo il significato, non l’avevamo mai incontrata. La libertà è il piacere di vivere la propria vita, di poter scegliere che strada imboccare, che libri leggere, che pensieri pensare. La libertà è la bellezza di vivere insieme e insieme cercare la felicità. Oggi provo grande paura nel vedere che in molte parti del mondo è tornata la guerra, che tanti esseri umani conoscono l’orrore dei bombardamenti e delle distruzioni. Spero che la diplomazia, e non la forza, riesca a trovare la via per ricostruire la pace. Lo dobbiamo alle nuove generazioni».

I MOVIMENTI NEONAZISTI IN CRESCITA – «L’AfD sta conquistando molto consenso nei lander dell’Est ma si sta estendendo anche a Ovest. Questi movimenti proliferano per l’insoddisfazione a livello sociale e per il diffondersi dell’antipolitica. Queste posizioni sono un pericolo, tanto più in vista delle prossime elezioni. Mi auguro che la politica democratica riporti un senso di normalità che è l’antidoto alla politica delle grida e della rabbia».

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