2016

Spalletti sbaglia ancora: Roma, la solita “Rometta”

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Ennesimo esame di maturità fallito dalla Roma di Spalletti: Juventus in fuga, a +7 dopo 13 giornate

La Roma crolla ancora in trasferta sul campo della furiosa Atalanta e lo fa – come succedeva nella passata stagione – da un risultato di vantaggio: è già accaduto anche quest’anno a Cagliari, con i giallorossi avanti di due reti e recuperati dai sardi sul 2-2,  ad Oporto nel playoff di Champions League (da 0-1 ad 1-1) ed in Europa League sul campo del Viktoria Plzen (da 0-1 ad 1-1). La conseguenza è immediata: Juventus in fuga solitaria, con sette lunghezze di distanza dal secondo posto occupato da Milan e Roma. Se non è una resa definitiva – quando siamo ad appena un terzo del campionato in essere – poco ci manca.

RENDIMENTO IN TRASFERTA – Mediocre. E non all’altezza delle ambizioni di una squadra quantomeno strutturata per dare filo da torcere alla capolista: in ordine pareggio a Cagliari, sconfitta a Firenze, sconfitta a Torino, vittoria a Napoli, vittoria a Sassuolo, pareggio ad Empoli, sconfitta a Bergamo. Non fosse stato per l’exploit della vittoriosa trasferta del San Paolo, saremmo di fronte ad un andamento che non può conciliarsi con determinate aspettative. Viene immediatamente da pensare ad un grave deficit di personalità, elemento di riflessione rafforzato dalle due rimonte incassate: in vantaggio sui campi di Cagliari ed Atalanta, la Roma è puntualmente crollata nella ripresa, di fatto sparendo dal campo sul piano della concentrazione e dell’agonismo ancor più che su quello strettamente tattico.

SBAGLIA SPALLETTI – Elemento tattico che però si è aggiunto con forza nella disfatta dell’Atleti Azzurri d’Italia, andandosi a sommare alle crisi emotive che questa squadra non riesce a mettersi alle spalle (chi è il responsabile di questo aspetto?). Sul risultato di 0-1, con la Roma avanti grazie al penalty trasformato da Perotti e propiziato dall’asse Dzeko-Salah, Luciano Spalletti sceglie di richiamare in panchina l’attaccante egiziano preferendogli El Shaarawy. La premessa: Mohamed Salah non stava disputando la miglior partita della sua carriera. Aveva fallito un paio di occasioni favorevoli a tu per tu con l’incerto Berisha, di fatto non permettendo al risultato di essere in linea con la superiorità di gioco espressa dalla Roma nella prima frazione di gara. Detto ciò, era – come accade sempre – l’unico reale sfogo della manovra giallorossa: chiunque lo lanciava a campo aperto puntualmente lo trovava. Puntualmente trovava un punto di riferimento fondamentale per rendersi pericolosi e guadagnare metri di campo. A maggior ragione, con l’Atalanta totalmente riversata nella metà campo giallorossa alla ricerca del pareggio, gli spazi sarebbero aumentati e Salah ne avrebbe avuto ulteriori: toglierlo dal campo in quel momento della gara è subito apparso un errore madornale.

PRIMI BILANCI? – Non è tempo di quelli definitivi e ci mancherebbe altro lo fosse, il calcio ci ha insegnato che è opportuno procedere giudiziosamente in sede di analisi, alle porte si cela il rischio di incappare in considerazioni poco veritiere. Ma riportiamo per un attimo il calendario al 19 agosto, giorno che precede l’avvio della Serie A 2016-17: Juventus avanti a tutte, lapalissiano, Napoli e Roma a dare fastidio. Prime ed uniche reali concorrenti dell’armata bianconera, altrettanto lapalissiano. Qualche speranzella per l’Inter, molto sommessa. Se in tanti si riempiono la bocca – non necessariamente a torto – di un campionato già sulla via del tramonto, le prime ad aver deluso non possono che essere proprio Napoli e Roma. Con l’aggravante per i giallorossi – decisamente ingombrante in termini di analisi – dell’eliminazione incassata al playoff di Champions League da un Porto senza dubbio inferiore alle dotazioni di questa Roma. La domanda si rende obbligatoria: solita incompiuta? Solita “Rometta”, come dicono sull’altra (attualmente felice) sponda della capitale? Toccherà proprio a Luciano Spalletti – e a chi se non a lui – fare i salti mortali per smentire questa antipatica definizione.

 

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