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Spalletti: «Italia, dobbiamo pensare a rimettere a posto le ferite»

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Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, ha parlato a Sky Sport e in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Macedonia del Nord

Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, ha parlato a Sky Sport e in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Macedonia del Nord. Ecco le sue dichiarazioni.

SKY SPORT – «L’Italia ha alle spalle una storia importantissima, bella e con qualche ferita. Noi dobbiamo pensare a rimettere a posto queste ferite e ciò ci farà sentire più responsabili. Cercheremo di avere un ordine di squadra ma dobbiamo lasciare possibilità all’estro e alla fantasia. È sempre questa via di mezzo. Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo ricevuto la totale disponibilità dei ragazzi».

CONFERENZA STAMPA – «Quella con l’Italia è una cosa che è iniziata quando il Presidente mi ha chiamato per la prima volta e non riesco a staccarmi. Sono emozionato, domani l’emozione quando sentirò l’inno ci sarà, senza dubbio. E’ una cosa che mi darà lo slancio necessario per stare su questa panchina. E poi il Presidente mi ha comprato tutti i giocatori che volevo e mi ha detto che ne può prendere anche altri… Per fare questo mestiere è la migliore soluzione possibile: i calciatori li ho scelti io, non me li ha indicati nessuno, e voglio la risposta corretta. Domani sopra ogni altra cosa c’è un atteggiamento da tenere. Non dobbiamo mai sentirci vittime e dobbiamo andare alla ricerca di ciò di cui abbiamo parlato tutta la settimana, poi si spera sempre che il risultato sia una conseguenza. Noi abbiamo dei calciatori forti nella nostra Nazionale, abbiamo tutto ciò che ci vuole per fare un buon calcio. Bisogna essere un po’ organizzati e su questo abbiamo speso molte ore del nostro tempo a Coverciano: dentro la corretta organizzazione c’è il fatto di lasciare spazio all’estro e alla fantasia del calciatori, queste cose non vanno mai ingabbiate. Nell’organizzazione la cosa difficile diventa non attaccare sempre o aspettare sempre, ma saper leggere i momenti della partita. L’importante è che tutti siano disponibili nell’essere un blocco squadra: ci saranno momenti in cui loro gestiranno la palla e noi dobbiamo essere nove giocatori al limite della nostra area. Bisogna far vedere un’idea di calcio che faccia innamorare tutti coloro che ci vogliono bene e hanno a cuore le sorti della Nazionale».

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