2014
Spalle larghe per un’eredità pesante: Marco Sportiello
Il focus sul giovane portiere dell’Atalanta che si è distinto nel weekend
SI CHIAMA ANCORA GAVETTA? – «In Serie D, all’inizio, non ero nemmeno titolare. Ho saltato la Primavera per andare a giocare subito con i grandi, mi sono messo in mostra». Questa frase potrebbe essere letta come la dichiarazione di vanità di un calciatore che si sente già arrivato, anche se alla fine non è nessuno. Ma questa non è la verità. La verità è che Marco Sportiello ha mangiato l’erba. O meglio, ha mangiato la sabbia. Sì, perché in Serie D si rischia davvero di incontrare campi di sabbia e pietre, non è detto che i piedi affondino nel manto erboso. Un portiere rischia di graffiarsi quando va a terra, e lo sa bene Sportiello, che la gavetta l’ha comunque fatta. Zingonia sforna talenti, alcuni si confermano, mentre altri si perdono. Ma questo non è il caso di Marco, uscito dal guscio grazie alle sue parate, grazie all’abilità di mettersi in mostra rimanendo in silenzio. Il giovane di Desio cresce nel settore giovanile dell’Atalanta, ma la Dea decide di mandarlo subito tra i grandi, appunto. Così Sportiello arriva al Seregno, nel 2010, in Serie D ed in comproprietà. Ventotto presenze per lui, si fa già notare. La Dea decide così di riscattare l’intero cartellino del giocatore, si sa mai che potrebbe essere il nuovo Buffon. L’anno dopo è quello del salto di qualità: il Poggibonsi chiama, e lui risponde con trentaquattro partite giocate. L’Atalanta continua a credere in Marco, d’altronde è pur sempre un prodotto del vivaio, laggiù si fa un buon lavoro. Arriva il Carpi, un’altra opportunità da cogliere al volo. La stagione 2012/13 è fantastica per gli emiliani, dal momento che riescono a conquistare la prima storica promozione in Serie B, battendo il favoritissimo Lecce in finale dei playoff. La partita di Via del Mare resterà impressa nella mente di Sportiello per l’invasione di campo finale: «Non è calcio questo, solo macello», il commento del giovane portiere. Dopo la promozione conquistata, Sportiello torna all’Atalanta, ed il resto è storia recente.
LA GRANDE OCCASIONE – La stagione 2013/14 rimarrà impressa nella mente di Sportiello: arriva finalmente il debutto in Serie A, tra i veri grandi, nel calcio che conta. Domenica 12 gennaio 2014: è questa la data dell’esordio. Colantuono decide di dargli le prime responsabilità da portiere contro il Catania, in casa. La partita termina col punteggio di 2-1 in favore della Dea, ma Sportiello non riesce a mantenere la porta inviolata a causa del gol di Leto da zero metri, sul finire. Poco male, perché il giovane di Desio ha mostrato tutto quello di cui è capace: coraggio e tempismo nelle uscite basse si mischiano con lo spiccato senso della posizione; caratteristiche, queste, che rendono Sportiello uno dei prospetti più interessanti della nostra Serie A. Il campionato si chiude con altre tre presenze per lui, ma Consigli resta sempre il titolare. Già, Consigli. L’ombra del portiere grava sul giovane Marco, desideroso di indossare i guantoni per mostrare di che pasta è fatto nel calcio di cui parlano tutti, nel calcio che conta. E il destino, si sa, ha sempre qualche sorpresa in serbo per te, e Sportiello lo ha capito dopo il primo settembre, giorno in cui Consigli passa al Sassuolo. Colantuono capisce di potersi affidare alle qualità ed al senso del dovere del giovane classe ’92, avalla dunque il trasferimento, e a Sportiello va la maglia numero 57 per la stagione 2014/2015. Marco non vuol rivelare il significato che ha per lui questo numero, è troppo personale. L’esordio in casa col Verona è ottimo, tant’è che anche la Gazzetta lo annovera tra i migliori numeri uno del weekend di calcio. «L’esordio assoluto col Catania è stato uguale alla match col Verona. Le emozioni sono le stesse in ogni partita»: una frase indicativa, questa, dell’atteggiamento del giovane portiere, che resta con i piedi per terra in un calcio pieno di creste, gossip e social network. Ma il motivo per cui questo primo episodio della rubrica “Occhio al Fenomeno” parla di Sportiello è da ritrovarsi nella partita disputata ieri, Cagliari – Atalanta.
FENOMENO IN ERBA – Ogni squadra allenata da Zeman rappresenta un avversario ostico. Al di là dei luoghi comuni sul boemo, le formazioni di Zeman incutono sempre timore agli avversari, difensori e portieri su tutti, perchè sono tanti gli uomini che arrivano dentro l’area, e bisogna fermarli tutti. A questo vanno sommate la tensione, le ginocchia ancora molli, la difficoltà di giocare in una piazza che si ritrova orfana dei campioncini Consigli e Bonaventura, la pressione. Ma Sportiello è un ragazzo semplice, dimostra di saper gestire le situazioni, la tensione: non possiamo aspettarci altro da un amante degli horror e dei thriller. Ed ecco che arriva la grande prestazione. In evidenza soprattutto nel secondo tempo, il portiere compie prima un salvataggio miracoloso su Joao Pedro che calcia a botta sicura da distanza ravvicinata. Malgrado la sua statura, Sportiello non fa rimpiangere i 189 centimetri di Consigli, come dimostrano le due parate consecutive su Dessena, arrivate dopo il rigore siglato da Cossu, che rendono merito alle caratteristiche del giovane portiere di Zingonia, che evita il pari dei sardi e permette all’Atalanta di conquistare tre punti preziosi. Marco esce dal campo consapevole di aver contribuito alla vittoria della sua squadra, consapevole che i giornali lo riempiranno di elogi, ma sa anche come sia facile, nel calcio, perdere tutto quello che si è conquistato con un solo errore, con un’indecisione fatale. A conti fatti, dopo sole due giornate, a Bergamo possono anche sbilanciarsi nel dire di aver trovato il degno sostituto di Consigli. Attenzione però a non bruciarlo: è facile cadere nel tranello del giovane fenomeno, ma all’Atalanta sanno come dare tempo e spazio ai prodotti del vivaio per farli rendere al meglio. Anche Colantuono è un maestro in questo campo: il mister riesce a creare il giusto mix tra fiducia concessa e responsabilità mancate, senza però rendere vano il lavoro del settore giovanile. Adesso la palla passa a Sportiello: dovrà saper gestire al meglio il ruolo ereditato da Consigli, cercando di non far rimpiangere il collega che si è raccomandato a lui prima di lasciare Zingonia, anzi, cercando magari di raggiungere le stesse 200 presenze dell’ex Dea in maglia nerazzurra. Il futuro è roseo, adesso bisogna renderlo concreto.