2020

Spagna show, come Koke e Fabian Ruiz hanno umiliato la Germania tra le linee

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La clamorosa performance della Spagna in Nations League ha radici profonde nell’intensità del pressing e del lavoro tra le linee di Fabian Ruiz piuttosto che di Koke

La Germania ha vissuto una sconfitta storica in casa della Spagna, subendo un 6-0 che forse è anche riduttivo per quanto dimostrato in campo. A Siviglia abbiamo visto una squadra sola, con i teutonici inermi e apatici per tutti e 90′.

L’inizio di gara ha espresso le diverse motivazioni tra le due formazioni. Gli ospiti, a cui bastava un pareggio, si difendevano con un 4-5-1 più guardingo e passivo, mentre il 4-3-3 della Spagna era molto più propositivo in entrambe le fasi. Oltre all’estrema fluidità del palleggio, i padroni di casa hanno applicato un aggressivo e preciso pressing a uomo che di fatto ha impedito ai rivali di risalire: la Germania ha perso una valanga di palloni ed ha faticato ad arrivare nella metà campo avversaria.

Basti pensare che quando Werner si abbassava in zone profonde del campo, Sergio Ramos si staccava molto per inseguirlo anche nei pressi dell’area tedesca. Una situazione tattica che ben fotografa la ferocia del pressing iberico.

Il gol di Rodri dopo pochi minuti ha ulteriormente indirizzato la gara. Subito lo svantaggio, la Germania ha provato a essere più audace e a contendere il pallone in avanti. Questo atteggiamento altro non ha fatto che generare pericolosi buchi, con un pressing fiacco e scoordinato: la Roja è andata a nozze con gli spazi liberati dagli avversari. La Spagna riusciva ad arrivare dalle parti di Neuer con meravigliose azioni costruite da dietro.

Luis Enrique ha schierato i suoi con un 4-3-3 molto fluido, che ha sfondato in tanti modi. Se dobbiamo elogiare un reparto, probabilmente la mediana ha fatto la differenza. Rodri, Koke e Fabian Ruiz (entrato al posto di Canales dopo pochi minuti) hanno disputato una gara sontuosa in tutte le zone del campo: oltre all’estrema pulizia tecnica del loro fraseggio, erano in costante movimento con rotazioni che mandavano fuori giri il pressing tedesco.

Hanno fatto la differenza tanto nello sviluppo dell’azione quanto in zona di rifinitura. Quando la Roja superava la prima pressione rivale, le due mezzali aggredivano ottimamente lo spazio che si veniva a creare: Morata ha effettuato preziosi movimenti a venire incontro che, con le ali (Dani Olmo e Ferran Torres) molto aperte, venivano compensati dagli inserimenti degli interni. L’attaccante della Juve creava quindi lo spazio che le mezzali andavano a riempire.

Sia Koke che (soprattutto) Fabian Ruiz hanno ottimamente aggredito la profondità alle spalle del centrocampo tedesco, come per esempio in occasione del gol di Gayà su assist del giocatore del Napoli.

Inoltre, la Spagna ha utilizzato anche molto bene le corsie esterne in zone di rifinitura. I terzini (Sergi Roberto e Gayà) erano in costante sovrapposizione in supporto delle ali, le quali a seconda della situazione formavano un 2 vs 1 in fascia oppure andavano ad aggredire l’area (come in occasione del secondo gol).

La Spagna, dopo che superava il primo pressing, ha quindi sfruttato ottimamente i cambi di gioco, con la Germania molto lenta nello scivolare in ampiezza.

Gli iberici hanno letteralmente dominato, sfondando in tutti i modi possibili: sia tra le linee che sulle corsie esterne. Il palleggio spagnolo mandava costantemente a vuoto la struttura difensiva tedesca, con ampie fasi del match in cui la Germania sembrava non avere la più pallida idea su come contendere il pallone agli avversari. C’è tanto lavoro da fare per Löw, va ridata intensità a una squadra che sembra davvero fiacca in entrambe le fasi.

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